eccentrico al fuoco prospettico non mi resti che te

Posted By claudiobadii on Set 13, 2016 | 0 comments


Una definitiva incertezza conclude la ricerca attuale: il palazzo sociale si fonda su poche parole di accordo.

Si suppone che tutti ci fidiamo delle parole da quando le madri ebbero tracciati certi segni universali sui nostri cuori infantili. Scavavano sulla parete delle caverne dove dormiva la tribù. Poi, con le unghie annerite da quei graffiti, incidevano i nostri cuori. La natura diviene cultura, le incisioni si trasformarono in certi pensieri a proposito delle nostre abitudini societarie: e niente, che riguardasse le mani sui nostri corpi, passò più inosservato.

Nessuna carezza fu più inutile.

Resta inteso, a partire da allora, che capirsi si sarebbe per sempre basato su una grande quantità di dati ‘indecidibili’.

Stabiliamo dunque relazioni tra persone lasciando variare i nostri stati d’animo tra la volontà e l’amore.

E anche al di fuori delle nostre indecidibili relazioni siamo soltanto ‘persuasi’ dell’esistenza e della consistenza di tutto il resto ma ci resta ignoto il momento esatto in cui si fonda la persuasione.

Una volta capito questo non mi resta che rimanere in ascolto. In piazze periferiche. In aree ininfluenti per le valutazioni generali.

L’esterno è pesantemente metafisico coi suoi discorsi pieni di classicismi accademici. Unica certezza, dal mio punto di vista eccentrico al fuoco, dispormi alle tue braccia.

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