02/08/2015


due agosto 2015


Posted By on Ago 2, 2015

“Chi trova se stesso trova un tesoro”.

La figura ha un segmento di retta verticale e al vertice superiore un cerchietto quasi perfetto. È una nuvola/pensiero l’altro ovale più irregolare sopra la figura che circoscrive con precisione le parole. È una nuvola, o anche un’isola in mezzo al mare. Dentro, le parole tenute insieme, sono una mappa o la vista dal cielo di un villaggio sull’isola: è lo stesso. Tutto insieme, il disegno, è l’ideogramma di ‘uomo che pensa’.

La facoltà mentale primitiva ha astratto dalla generalità di simboli vaghi la linea e il cerchio e li ha composti nel piano in modo da esprimere con evidenza l’intenzione di figura del soggetto. Il pensiero con l’astrazione fa i tratti universali e con le facoltà analogiche la miriade di creazioni dilaganti.

La mattina, questo due di agosto, è illuminata dal sole. È per analogia che arrivato alla spiaggia per un momento, affascinato dalla luce sul mare calmo, ho pensato ai romanzi dei pirati. Nonostante il vociare della grande quantità di persone, per quel che riguarda me, ero solo solo nel silenzio dell’isola che conserva un tesoro e il resto sarebbe dunque venuto da sé.

Per cose come queste sono grato alla mia esperienza infantile di lettore precoce e infaticabile. Ora le sensazioni quotidiane attivano complessi schemi di pensiero che costruii assiduamente con il nomadismo della lettura casuale. E niente è da allora mai più quello che è. È anche altro. E l’essere le cose ciò che sono, insieme a quanto fanno pensare di altro e di più realizza un pensare ampio. Il coraggio implicito nella fantasia.

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