articolo di natale


Come un violino in una teca è ciò che possiamo immaginare pensando le parole. È legno che può suonare. Stradivari, Amati, Guarnieri. Prima di domani, che anche risuona di evocazioni e da un estremo si alza verso le nuvole e dall’altro si radica oltre muschio e terra scura profumata, poche carezze complessivamente riassuntive. Il ‘timbro’ si compiace di condensare in un suono a sviluppo orizzontale tutte le difficoltà del mondo in forma di simbolo verbale. Dalla probabile condizione di una particella, la sua funzione di partecipazione vibrante all’esistenza fisica specifica della propria individualità, al suono della voce delle ragazze. Si sa dell’osservazione che ci chiarisce i volti e ci rende riconoscibile l’altro, si sa che le ossessioni dobbiamo notare, le ripetizioni significative, la fisionomia statistica delle espressioni mimiche ricorrenti. Al suono della parola donna il pensiero stimolato produce piccole vibrazioni superficiali indicibili. Fossi violinista avrebbe conseguenze significative sulla pressione dell’impugnatura con la mano e della accoglienza del collo alla pancia curva del mio strumento.

Qui starebbe dunque tutto quanto ho voluto dire in questi anni di lavoro e in presenza di chi non c’è tutto torna indietro e diventa pensiero ‘cosciente’… che prima non era. Dunque cosciente segue una riflessione delle onde addosso ad una parete di assenze. Stradivari, Amati, Guarnieri. Riposano al museo nelle casse armoniche protette. Lo spazio del palazzo si circonda di strade e del cielo della città e avvolge intorno a sé il mondo come un mantello e il mondo girando si premura di restar caldo nell’universo. Siccome un centro non c’è come si sa, tutto questo è periferia e il pensiero riflesso contro l’assenza prende atto di sé e si spinge lontano in tutte le direzioni, per direzioni relativamente rintracciabili. Il movimento dell’assenza spostandosi nel cosmo compone una scia di sensazioni diciamo ‘sentimentali’. Dalla consapevolezza tipica della coscienza alla nostalgia del presente che è solo un sentimento imprecisabile va amplificandosi la gioia della solitudine che è esattezza. Solo alla fine in un lampo scrivo per non morire al timbro del suono che solo possiamo immaginare quando ancora soltanto ‘pensiamo’ le parole.

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