asini


anatomia e biologia


Posted By on Lug 8, 2013

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“Saranno Due O Trecento Chilometri Di Campagna”
©claudiobadii
per
OPERAPRIMA

Biologia differente. Anatomia uguale. La differenza è nella vitalità. Cioè nella BIOLOGIA DELLA VITALITÀ. Poi la vitalità (da questa parte dell’indagine, da parte cioè di noi che indaghiamo e dobbiamo RENDERE CONTO di quanto via via si trova) è nella creazione fonetico/semantica del suono della parola VITALITÀ con l’intonazione di voce umana che sbaraglia ogni somiglianza con animali e piante. 

Parlammo solo ieri di porte di corno e avorio come ingressi opposti di arie di qualità diverse e opposte buone o malariche. Ma ora rinuncio. Mi tengo lontano dalla letteratura del disagio. Mi affranco dal disagio della eroica ricerca. La povertà della distinzione da ‘tutto’ fa l’idea di dormire nel fienile e la paglia dove mi distendo è rubata agli asini. Ciò che per loro era cibo per me è sonno e ritorno. Ragliano forte per via del furto. Sono abbastanza numerosi, poco lontano da qui, saranno duecento chilometri di campi. La chiarezza del pensiero cosciente non si altera e il rumore animale non può impedirmi di dormire e i rampicanti della stalla sul viso non mi disturbano e non cambiano l’ora del mio risveglio. 
 
So degli ‘asini’ la storia di Lucignolo e Pinocchio. Essendo stato trasformato in asino so che quando (fino a che) non si ha la sensazione di essere ‘riusciti’ ci si lascia prendere da pensieri di ‘natura’. Da pensieri rivolti alla natura, da vuote riflessioni a proposito delle cose del mondo e delle fantastiche conquiste e delle tristi vincite. Che ci si lascia conquistare dalla violenza nostalgica. Fino a che non avremo (e mai se non l’avremo mai) la consapevolezza di essere fuori dalla natura descrivibile degli oggetti di arredo dei giardini e delle piscine e degli attici e dalla natura descrivibile della inefficiente desolazione dei seminterrati… se mai più avremo la certezza di essere fuori da tutto ‘quello’, allora, come fosse un destino, avremo la fatica dell’invidia: il futuro professionale dei miopi di cuore. In quella condizione clinica di difetto che non si toglie -anche se, poiché non progredisce, non può essere definito completamente ‘malattia’- non si riesce più a distinguere un pensiero ‘non umano’ dal pensiero umano. Non si riesce a pensare il pensiero umano differente dal pensiero animale e dalla sensibilità degli organismi vegetali come se non fossimo in grado di valutare le conseguenze e le implicazioni di una diseguaglianza nella realtà materiale della biologia. A causa dell’invidia non si fa del male alle persone solamente, ma anche e soprattutto non si riesce a pensare, non si riesce ad immaginare la possibilità che la nostra specie ha materia differente dalla ‘materia non umana’… anche se l’anatomia del nostro cuore consente di trapiantare dentro di noi il muscolo cardiaco di un maiale per quel che vale la sopravvivenza fisica. 
 
Oggigiorno -dopo tre anni di sviluppo di ‘OPERAPRIMA’- non possiamo più chiedere il metodo di ‘annullare’ la realtà materiale per avere la realtà non materiale. Poiché nella clinica della biologia medica l’una deriva la propria specifica funzione dall’altra. Immaginare una capacità di immaginare non è realtà non materiale priva di una origine: è consapevolezza scientifica che la sua propria definizione ha ORIGINE E NATURA delle azioni funzionali della materia cerebrale umana. La realtà non materiale, che è ‘immagine’ sottesa alla locuzione ‘realtà non materiale’, è espressione di azioni della realtà materiale della biologia cerebrale umana. Il nuovo realismo è amore per la materia muta e priva di slanci lucenti nelle propaggini estreme dove essa, generando il pensiero, esercita l’arte dei suoni e delle figure. La ricerca clinica, a proposito della sanità del pensiero, indaga le infinite forme del ricordo cosciente dei sogni che suggeriscono di sviluppare il linguaggio dell’interpretazione secondo la vitalità che cambia la relazione tra antiche parole per dire le cose ‘mai’ viste.

 

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