colazioni e balene


colazione al porto


Posted By on Nov 30, 2016

Essere stanco dunque, dici, lavorare un po’ di più. A causa di un’emozione che si teme di non frenare si mettono barriere: possiamo capire che la stanchezza è prima del nostro limite quando il corpo giudizioso esercita la previsione di non farcela.

Con esitazione procedo, un si dopo l’altro. Dalla finestra i girasoli nascenti: la fioritura delle ore. Non ho conosciuto lo sforzo illimitato o l’ultima occasione.

La ricerca si esercita con meticolosità perché non c’è nessun punto senza tempo. Non si pensi di potersi rifugiare fuori dalla consistenza avvolgente delle ore. Che sono poltrone e sentieri. Ogni scoperta è presenza inattesa e, sbagliando, definiamo esperienza mistica l’intuizione (ovvia) che dice “…non puoi andare da nessuna parte in cui il tempo non c’è…..”. Il colpo d’occhio sulla pianura. Il tempo privo di nascondigli.

Il cielo e il mare sono medium continui di un’esperienza di integrazione di transiti e di durate. Pesci e uccelli sono idoli dello sviluppo. Non leoni iene sciacalli e serpenti. Nuotare e volare nel silenzio del minimo attrito entro sistemi fisici ‘fluidi’.

Poiché non ci sono angoli acuti in mare e in cielo si procede per movimenti di assuefazione e secondamento delle variazioni molecolari esterne di acqua e aria scivolando nel tessuto strutturale della realtà fisica del mondo: il che suggerisce di evitare per essere. Assecondare. Tacere. Volare. Nuotare. Pinne. Ali. Rotaie di calore. Linee di separazione tra masse di diversa temperatura.

Dopo aver rifiutato l’ultima onda di stanchezza si concepisce la base del lavoro sia sui fondali marini della sopravvivenza sia sotto la cupola splendente delle aspirazioni universali.

È un ragazzino una mattina che riponendo i libri di scuola nella sua sacca colorata intuisce lo spirito scientifico grazie alla propria curiosità generica applicata al profumo di brioche che viene da fuori. Quella materia sottile si lega al piacere intellettuale di un risveglio: glassa dorata di forno e ambra grigia di pensiero.

Questa materia fusa è il pensiero stesso alla base della scienza, prima di dar vita alle inarrestabili teorie. Si sa, svegliandoci ogni giorno diversi, che nonostante la onesta stanchezza che è stata necessaria per ottenere le scoperte quotidiane, si deve trovare la forza per un sospiro che spazzi via la presunzione delle cose definitive.

Affinché la corrispondenza tra il pensiero e le cose, la pasta fina di ambra e croccanti, non si tramuti in una lega immangiabile di verità eterna: che sommergerebbe il mondo psichico sotto un diluvio di gelo spirituale.

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