colibrì


L’amore è un’interazione. Il super androide -un meccanismo senza umanità- è tuttavia capace di imparare. È, per tutto il resto, povero poiché, essenzialmente e non in senso filosofico, costituito di materia inerte, come sabbia e brace. In certe sue porzioni è ancor più inconsistente. È fatto come il pensiero di una femmina secondo il pensiero che i maschi ne fanno.

Adesso è diventato un volume d’aria in una valigia che mi tiene al guinzaglio. Perché voglio, se ne sarò capace, oppormi alle sopraffazioni della materia naturale. Piena di ardore ero umanamente sopraffatta: ma vivaaddio restano innegabili il fiato e il calore di un fratello di sangue scalmanato e abbracciato. Ci sono un tempo e una durata nel desiderio nell’arte e nella difficoltà. C’è un limite, in noi esseri umani, come nei giardini in mezzo al grano e in un orto dentro il bosco. Che infatti tentiamo di creare e difendere dal tempo delle ortiche e del verde cattivo.

La cosa più incoercibile del mondo, la più incomprimibile e violenta è invece quella realtà naturale, quella natura che non è umana. Che non ha un idea fantasiosa di tempo e dunque non si ferma mai e invade e assilla. Il mio Superman in acciaio e marmellata sa fermarsi, si ripete e sbaglia. Ma dubitando insiste ed è, incerto e testardo, bellissimo. Per questo mi sono fatta questo androide: muschio cellule vegetali e fibre di carbonio, sabbia gelatine di mimosa e caramello.

Ci ho messo un comando di contemporaneità. Dovrebbe ottenere “sia questo che quello” per non escludere niente. Concepire milioni di sfumature insomma i milioni di cose amate possibili, ciascuna ben distinta dalle altre, tutte insieme il reparto dei maglioni dello spettro visibile. Provo a insegnargli la meraviglia. Coesistenza, simultaneità e lasciar fare.

Torno da te, al ricordo di me. Non sarò diventata erba nei tuoi pensieri. Cresco fertile, metafora di una rosa nella giungla. Passo dal faro bianco al tuo ricordo di me. Dalla quiete della luce allo scompiglio d’essere rincuorata. La natura creata non mi appartiene. Ai miei piedi e al mio fianco rotolano le rotelle del bagaglio piccolo. Ha la forma di cose inanimate assai ben fatte e niente è affidato al caso. L’iper-natural-thing è una fata di fiaba che sferruzza la mia vita con movimenti febbrili di mani realizzate con l’ossatura alare dei colibrì.

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