contrazione muscolare volontaria


Trenta anni non si possono vedere e figurare. Essi sono una variazione del pensiero a causa di vicissitudini che esercitano modificazioni nella forma della nostra vita. Le modificazioni possono essere ammesse a carico di qualsiasi modo della realtà in relazione all’esistenza di un limite. Nella sperimentazione fisica tale limite fu posto alla velocità massima possibile della luce (300.000 km/secondo) poiché, oltre quella relazione, la esistenza della consistenza fisica della realtà cioè la ‘massa’ di qualsiasi cosa fosse stata messa in moto negli esperimenti, avrebbe finito per divenire infinita e non più esistente. Poiché la fisica in questione indagava particelle subatomiche, la scoperta in questione disse che un certo rapporto tra spazio e unità di tempo, riferito ad una di quelle ‘particelle’ in movimento nel cosmo, assume una misura precisa che si tiene come forma di limite. Essa forma è indispensabile per progredire, senza smarrimento, nell’universo in cui si erano pensati muoversi quei fotoni. Rubiamo un assunto: che, se esiste un limite, ogni forma può essere pensata non invariabile. Tale non invariabilità è alla base della cura, della fabbricazione, e dell’arte. Il limite poi non è esattamente un contenitore. Esso esprime la necessità di un dato per mantenere consistente la realtà, data la sua natura fisica (natura che essa ha dunque in comune con anche l’estremamente piccolo.) In relazione a questi accenni, trent’anni non sono solo il pensiero di una durata e la narrazione di avventurose peripezie. Sono realtà fisica priva di evidenza materiale, ma con conseguenze ‘fenomeniche’ corrispondenti ad una trasformazione della forma del mio pensiero. Così si è sviluppato un discorso che dice: “Il padre migliore fu colui che io seppi pienare di felicità. La donna più amata quella che seppi far sorridere. Il tempo migliore è stato quello dopo la scoperta del super-io neonato. Esso manifestò un dolore senza rabbia al cospetto dei guai che combinavo. Determinò una mia crisi senza pentimento. Dopo cominciai a sentire meglio. Che la vitalità dice la fisiologia dell’origine del pensiero: essa è nella attività sensoriale periferica e nella realizzazione della percezione centrale… che sono involontarie. Si determinano sempre senza interruzione poiché sempre, attraverso il confine della pelle, il mondo preme. Solo dopo prendiamo decisioni. La coscienza forse viene addirittura dopo che vediamo agitarsi le nostre mani e affannarsi le nostre gambe muscolose per scale sconosciute.”

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