fumetti


il tempo è incomprimibile


Posted By on Nov 25, 2011

il tempo è incomprimibile

La velocità è relazione tra lo spazio e il tempo

Lo spazio ha estensione e il tempo no

La velocità della diffusione della luce ci fu regalata come idea che avrebbe consentito di tirare una linea di frazione tra mondi irriducibili l’uno all’altro

La maledizione della strega alla nascita della principessa ha forma di condizione

Se la massa andrà più veloce della luce perderemo la possibilità di pensare l’estensione come una qualità intrinseca della massa

Dovremo convivere con l’idea di una massa ‘non finita’

Avremo ‘non finiti’ generi di cose

Parole bianche su papiri di latte

Avremo considerevoli forme di non consistenza

Eppure immaginare simili ‘oggetti’ è una sfida che vinceremo nel tempo

Il terrore nasce dunque altrove implacabile se posso ‘pensare’ l’irrealtà di un tempo incoerente

Il terrore nasce irruento se il tempo senza massa è pensato anche senza limite

Il terrore irruento sveglia dal sonno quando il pensiero non cosciente rivive una lesione del tessuto temporale

Il tempo è incomprimibile dobbiamo scoprire

Allora l’ansia si arresta. L’irrazionale della frase è riferirsi all’immagine. L’immagine è conoscenza.

La progressiva destrutturazione dell’idea di massa di una realtà materiale si associa alla  certezza dei limiti della realtà fisica del tempo.

Il tempo è implicito alla generazione e rigenerazione dell’attività mentale.

Per dire te e me e noi è necessario l’attimo della generazione di una realtà temporale.

E’ necessaria per vivere una vita sana sviluppare la temporalità di esistenza individuale e condivisa.

La poesia riproposta a partire dalle brevi composizioni dei pronomi toglie l’impoeticità del terrore notturno

Da tempo iniziai a sospettare che la capacità di immaginare fosse una linea di frazione tra energia del pensiero e le mie mani strette alle sue.

Al tempo dei nostri momenti più belli.

Volevo dirle “ora prendi tu il comando, sviluppa tu il pensiero perché alla fine voglio dormire”

Avrei voluto aggiungere: “… non stupirti e non essere gelosa se leggerai i pensieri nati tra noi nelle lettere che partono via da qua”

E anche “ sai che per me non esistono ambiti tematici di rispetto quando si tratta di conoscenza e rapporto..”

Ma non potevo dirle quello che poi si è sviluppato

“ il tempo è la nascita ”

” la morte è la pazzia ”

(sic)

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santificare le feste


Posted By on Ott 20, 2011

 

santificare le feste

C’è una relazione non immateriale tra lo svolgimento del pensiero e il movimento del corpo nello spazio. Figlio senza la croce e vita umana senza destino. Un tuffo orizzontale trai palazzi colorati. La traversata del canyon marino costiero. Il pensiero verbale delle parole coscienti si costruisce sullo scheletro dell’immagine della nascita che rimane fino alla fine. Sei immediatamente a mia disposizione al solo pensiero. L’oltre è a portata di mano. Noi siamo natale.

L’icona maschile ha l’azione della lesione e dell’omicidio. La realtà non iconica della figura femminile si pensa che contenga il segreto dell’articolazione complessa dei movimenti del desiderio. La realtà non iconica della figura femminile, lasciata libera, si dice che possa mostrare la relazione non immateriale tra lo svolgimento del pensiero e il movimento del corpo nello spazio.

Il movimento del desiderio è idea di estensione di una figura chiara l’estendersi della longitudine trai luoghi geografici delle figure degli amanti lontani che copre distanze smisurate rendendo l’ignoranza una dimensione di nascita e il tempo una certezza.

E’ pensiero il desiderio di una voce femminile che sappia leggere le cose scritte quando il silenzio si somma all’immobilità del corpo poiché la scrittura si esaurisce insieme alla coscienza delle parole pensate….

L’oltre è a portata di mano. Noi siamo natale. Ricordati di santificare le feste.

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l’incavo della mano e quello che non siamo più

Incapaci di sognare aggiunsero un balletto alla storia. Due, donna e uomo vestiti di bianco, totalmente senza sesso. Ora se ne ride, ma fu una tragedia anche per noi che non sappiamo di che cosa stiamo parlando. Ballavano, uomo e donna, coscienza e inconscio nell’impossibilità d’amore. Ma il pensiero inconscio non è definibile come pensiero ‘in difetto’ di coscienza. Neanche si sa per quale motivo fossero assegnati alla coscienza -nelle saghe del potere culturale- così imprevisti attributi. Così capita di trovarsi alle prese con  errori conoscitivi, culturali, con il peccato di presunzione quando scopri che avevi proprio preso una cosa per un’altra.

Due senza sesso, vestiti di bianco candido splendente, di lino appena uscito dalla tintoria. Quel passo elegante, ricco di compiti da svolgere, quelle figure tutte arricchite, tutte dovunque arricchite, sulle gambe sulle braccia, belle, a danzare eleganti nell’aria un centimetro sopra il terreno secondo quanto appreso nel Manuale Vivente di Sopravvivenza e di Presenza Scenica, dai maestri nella Accademia di Riscoperta della Soavità, all’ Università del Ballo Narrativo. Non eravamo del tutto digiuni di tutto questo per via che eravamo stati anche noi ai Licei degli Apparati Scenografici, ai corsi del Giusto Movimento Delle Masse. Non bastava però.

Comunque è un dato. Pensavamo più o meno così: abbiamo qui due senza sesso, come parole vicine, che si confonderanno perché non si è voluto saperne di aumentare la conoscenza. Due soggetti ambedue pigri, indolenti, accidiosi alla fine. Che hanno voluto mantenere una condizione esclusivamente poetica senza piegarsi a sapere di cambiare certe parole, per ristabilire una differenza che togliesse la confusione. Se i suoni di due parole differenti sono differenti anche l’immagine è differente: uomo e donna suonano proprio diversi. Ma loro no, ballavano estranei a loro stessi come Manuali Viventi a Disposizione dei Semidei.

Incapaci di sognare, i registi nell’ora di chiusura -quando le maestranze non erano più presenti- eccoli a inventarsi una toppa con la scena del ballo: una toppa: così apparve a noi che d’altra parte, a tutt’oggi, non sappiamo neanche ciò che stiamo dicendo: che infatti non siamo ancora stati in grado di spiegare per quale motivo siano continuamente assegnati alla coscienza -nelle saghe del potere culturale- così imprevisti attributi. Logica e consequenzialità. Affidabilità e prevedibilità. Soprattutto, pretesa indecente, la verità. E loro avevano messo il balletto come fosse una forma poetica, un inciso musicale, il massimo, devono aver pensato, dell’azzardo. Viene da piangere, a guardarlo.

Il ballo nel mezzo della storia non ha nulla di magico e di romantico: è semplicemente un abuso. La verità è anch’essa un abuso ma non sotto forma di balletto, di scena di seduzione, di seduzione priva di sessualità. E così quei due ballavano ed il film andava in pezzi sulla pista da ballo. La verità non ha nulla di eroico e neanche di poetico, come si può notare. Così il film andava in pezzi mentre, assenti le maestranze, i due ballavano in maniera aggraziata e secondo i manuali ma senza un briciolo di sesso, un grammo di realtà. Non si sa come sia accaduto che la verità abbia assunto la fisionomia di un gesto mentale da guerra di liberazione. Ci sono persone incapaci di sognare, questa è una verità evidente e che c’è di eroico?

Ci sono alcuni che mettono dei balletti nel mezzo della loro vita senza sessualità. Farciscono la loro vita di enfasi, di seduzioni probabili per via dei lustrini sulle cuciture delle loro striminzite giacche da toreri, o certe tute attillate da ballerini. Per quanto noi non sapessimo neanche a cosa stavamo prendendo parte, là nella platea del teatro del Cinema della Ripetizione degli Eventi Fondanti il Periodo, il film andava in pezzi. Il Periodo rovinava a terra assai poco eroicamente ed era il sentimento, a prenderne atto: c’è una verità in assenza di coscienza, si chiama dolore: dolore non è l’unico modo di acquisire la verità senza che se ne prenda atto con coscienziosa disposizione.

Reagimmo, per quanto non sapessimo bene a cosa stavamo prendendo parte. Scrivemmo, scriviamo ancora, non smettiamo di scrivere e sappiamo che c’è un sacco di vitalità nelle lettere maiuscole: scriviamo Cinema Della Ripetizione degli Eventi Fondanti il Periodo come se le lettere maiuscole, all’inizio delle parole, donassero loro una profondità, una divertita complicità con chissà quale storia. Gli Anni e i Giorni in cui accaddero gli avvenimenti in questione, i Mesi di quegli Anni, diventano luoghi speciali dove riporre per sempre le cose che accaddero: accadde che eravamo pieni di meraviglia adolescenziale perché le cose erano, come poi si sarebbe detto da tutti gli educatori, davvero più grandi di noi. Non è che sia mai una bella conclusione che le cose siano più grandi dei soggetti coinvolti negli avvenimenti e la verità, come si può ulteriormente notare, è modesta, poco affascinante, soprattutto non è rivelatrice.

Scoprimmo che i due in bianco ballavano senza nessuna sessualità, che fingevano una attrazione che non c’era, che erano stati messi là per distrarre le persone da un fallimento della cultura. Si parlava, a quei tempi, di verità come uno tra gli eventi decisivi della successione ideativa degli esseri umani, come uno spartiacque nella comprensione storica, come un evento incontrovertibile che avrebbe cambiato le priorità nella genealogia sociale. Qualcuno studiava anche il tono della dizione: una dizione con emissione di suono ‘piucchessuficiente’ era pretesa come indispensabile all’azione della pronuncia della famigerata parola. Verità.

Ma i due ballavano, in vacanza di ogni operaio del retropalco, e niente era vero in quel ballo. Il ballo era la rappresentazione di niente di quanto era evidente all’osservazione di una scena di ballo nel mezzo del film. Semplicemente: la verità è una forma del sesso, questo è. E quei due non esercitavano nella pressione dei loro corpi l’uno accosto all’altro, alcuna energia. Non si pensi all’idea di un qualche desiderio, di cui tanto si è sproloquiato negli ultimi decenni. Come detto qualche paragrafo fa “ il Periodo rovinava a terra assai poco eroicamente ed era il sentimento, a prenderne atto: c’è una verità in assenza di coscienza, si chiama dolore..” Così noi avevamo un dolore per via che la verità era che ci fosse un ballo tra un uomo e una donna privi di qualsiasi intenzione riguardo al sesso. Seppure è vero che il “dolore non è l’unico modo di acquisire la verità senza che se ne prenda atto con coscienziosa disposizione” quel dolore per una assenza decisiva era legato al sesso che permette la conoscenza senza pensiero cosciente.

Le cose del sesso sono gli abbracci le mani gli intrecci delle gambe il cozzare felice della fronte e del naso contro il naso e la fronte dell’amante. E’ la storia delle ginocchia che si scontrano e cozzano senza rumore ma con grande produzione di idee e poi è le cose che dopo succedono, cose di indiscutibile importanza. Avevano messo il balletto, un uomo e una donna asessuati, perché parlare di sesso, a forza di essere privi di sogni, era diventato loro impossibile. Avevano tentato di sviare il discorso. Indirizzarlo. Fare un piano sequenza inarrestabile da allora oltre il fiume e la valle fino alla ferrovia. Ma ci svegliammo con un sogno del tutto differente, i capelli di lei che urlano, la verità che è il suo seno, che corrisponde con esattezza all’incavo della mano dell’ uomo. E’ il rapporto la materia sublime dell’allegria.

( notizie sull’immagine dell’articolo : qui )

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indisponenza della scrittura


Posted By on Feb 16, 2011

indisponenza della scrittura

Bisognerebbe scrivere sempre di ciò che non si conosce affatto. Ciò di cui al massimo si ha una idea assai vaga. Per essere certi di dire qualcosa di sensato a proposito dell’ oggetto della scrittura è necessario non averne una idea precedente, cioè meglio averne nessuna idea. Esempio:

Storia degli incontri mancati tra la Corteccia Cerebrale ed il Tango.

Non si deve scrivere nulla se una cosa è ormai definita. Le cose completate sono morte alla scrittura perché sono indisponibili al pensiero. Si può aver qualcosa da dire, a proposito di quello che ancora si svolge e che non sembra finire: il nuotare inarrestabile dei delfini, l’evidente antipatia di Beatrice per l’Alighieri, la fama di Shakespeare.

Scrivere di metamorfosi, sebbene sia già più volte accaduto.

Il che significa scrivere i-nin-ter-rot-ta-men-te ! Realizzare onestamente l’incompiutezza. Il pensiero non si arresta, non ha necessità degli oggetti per esercitarsi e gode di una sostanziale immunità dagli stimoli esterni. Si racconta di una rete di sottili iridescenze che  si originano, via via nel tempo, dalla notte oltre la retina.

La scrittura è disperatamente soggettiva e dunque gloriosamente indisponente.

La scrittura contiene i segreti del pensiero. Anzi: è il pensiero segreto che non sa dire. A causa della picchiata della rondine si può ferirsi le ginocchia cadendo nel prato. Si camminava, infatti, con il naso all’insù. Un inciampo non racconta la pietra di traverso al sentiero perché non l’ha potuta vedere.

Scriviamo: gocce di sangue sui sassi e la distrazione fatale tra le nuvole.

Ci siamo immaginati l’universo più o meno sferico. Un’arancia o una pesca – popolato di perle luminose e opache. Contenente la pazienza: il vuoto non inutile. Il progetto urbanistico universale è sferico per via che ci servono due poli dove sistemare l’assoluto: amore e scienza.

Ma, ai poli, la ricerca raggela su bandierine di varie nazionalità, per la follia degli aghi magnetici!

Lo scrittore, la scrittrice sempre più spesso, hanno l’aggettivo qualificativo di ‘instancabili’. La scrittrice o lo scrittore, ma gli scrittori maschi sono di meno ultimamente, non si spaventano. Loro ‘trascorrono’- se li si mette nella condizione. Cercano aggettivi, cappelli a cilindro, a punta, sghembi, elmetti, da fata, da zar, da cuoco, panettiere…

I suddetti aggettivi si susseguiranno fino ad un ronzio d’alveare.

Farti caldo. Farsi addosso reciprocamente. Suscitare diluvi su metafore simboli e giudizi universali. Starti vicino. Ascoltare. La realtà fisica del suono stimola i timpani, muove gli ossicini, dilaga per le vie dei neuroni, bolle mediatori, scioglie grovigli, fonde le ultime notizie dei telegiornali. Il brodo biochimico cerebrale sfrigola.

La scienza della conduzione dell’impulso nervoso è qualcosa di sfarzoso.

Nella playstation di ultima generazione gli anemoni di mare -invidiosi- esprimono una cauta irritazione. Si narra infatti l’ultima edizione della favola di un pensiero nuovo. Gioia del rinascimento e fisica della diversità. Telepatia da delfini è dormire nuotando. Metà dello scibile, la coscienza, dilegua, nel sonno, nella più totale interezza.

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naturalmente


Posted By on Feb 7, 2011

naturalmente

( pre scriptum :  al mondo è pieno di cose che sono la cosa più difficile al mondo, per questo è indispensabile avere accanto persone intelligenti, che accettino il silenzio di tutti gli amori indispensabili per resistere – naturalmente, avere accanto persone intelligenti di quel tipo, è una delle cose più difficili al mondo….)

Devo mettere insieme le cose lasciate in giro. Ho un sacco di tempo, ora che il tempo è scaduto. Non sono morto nella trappola – un guizzo, come sempre! Nella fossa del terreno è rimasto il foglietto della penitenza. Lo ricordo a mente. Posso continuare la caccia al tesoro.

Comincia da ieri -che mi era mosso appena. Frasi brevi per dire le cose. Noi. Lei. E l’attenzione che coglie tutto. Io che imparo qualcosa in più. Che ci vuole modestia. Che si sarebbe dovuti restare a parlare per ore. Forse un giorno sara’ realtà. Per ora ci aiutiamo a non diventare stupidi. E’ molto.

L’insonnia mette accanto notte e mattino, genera un disordine sulla trapunta. Sopra la tela cubista, con il naso al collo, il profumo di donna. Era difficile anche solo avvicinarla, un tempo. Dunque: che si sappia di un fulgore, di uno stridere di capelli nerissimi. Di una vittoria alle corse delle ranocchie, di una felicita’ immotivata.

Che si sappia del funerale della malignità. E’ morta poco tempo fa nel suo alito alla menta. Nel collo di lei all’anice e peperoncino. Amen. E adesso facciamo la rivoluzione che rivoluziona l’assenza storica di rivoluzioni. Odiamo l’odio. Impicchiamo il sarcasmo al silenzio. Ho un evidenziatore verde-mare nella tasca.

La sua voce raccontava una disposizione a se’. Io gioivo. Piccole cose. Il sole di ieri, al parco, alle due. Sta leggendo. Adesso è domani. Guarda le parole. Compiaciuta. Splendente di complimenti. A testa alta. Ripete a mente il foglietto della caccia al tesoro. La felicita -l’intelligenza- stanno in uggia ai più.

L’Antropologia del Luna Park si fa tra la folla festante. Di se non è prevista conferma, se non indirettamente. Non e’ modestia. E’ che nella gerarchia tribale prevalgono le grida dei ragazzini. Nel Manuale di Antropologico dell’ Otto Volante – chiunque tenti una comprensione logica- non è definito ‘buono’.

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altan


Posted By on Ott 14, 2010

nascita e morte

…già, la nascita sta agli antipodi della morte anche se tutti parlano di vita come opposta alla morte.

La vita è un processo la morte non è un processo.

La nascita neanche è un processo: la nascita è l’inizio, l’inaugurazione.

Senza una buona teoria della nascita la morte che è un atto diventa processo che si svolge. Così non è. La morte non si svolge.

Seppure si pretenda da quasi tutti e da sempre di ascrivere all’istinto di morte qualcosa che avrebbe a che fare con un progressivo degrado della realtà umana come fosse usura biologica ……..il  pensiero non si usura.

La fatica dell’uomo non ha riflessi sul pensiero. La fatica del pensiero è invidia.

La logica razionale invidiosa tratta il non materiale del pensiero come biologia cosicché la ragione fredda -che si struttura secondo metafore spaziali-  pretende di portare lo spazio nella mente.

Nel pensiero risiede la trasformazione non l’aumento di volume.

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