Glenn Gould


la certezza di essere amati e l’incontrovertibile accordo

27 settembre: martedì: 2011

Segni di una dialettica anche se la parola annoia più che provocare reverenza: ormai. Però come altro chiamare i corpi del sogno densi di ombra, le opere pittoriche di figure scurite dal tempo istantaneo che non trascorrendo tinge di sospettoso profumo la collana di storie?

Di fronte a quel monile millenario fatto con le ossa piccole del cervo le corna dell’intelligenza di chi non ha distrutto la propria intelligenza si protendono nell’aria e ondeggiando toccano i fili dell’alta tensione prima di lanciarsi in capriole.

C’è una perfetta silhouette di lumaca sul profilo di Giove alla fine della serata davanti al balcone, e una scia di bava argentata scrive pianissimo regole di convivenza.

“Tutto, precipitando, chiama.”

Nella certezza di essere amato senza riserve il bambino fonda la possibilità di espressioni talvolta incaute.

Via via a partire da quell’incoscienza diventa evidente che si dicono specialmente soltanto le vaghe implicazioni della nostra inarrivabile identità.

“L’invisibile non è inconscio, al contrario è ben conosciuto.”

“Inconscio ha natura di pensiero specifico che non diventa coscienza.”

“Il primo anno di vita non può essere presunto sotto forma di una narrazione.”

“Il primo anno di vita è sempre non cosciente: torna come ricreazione grazie ad una trasformazione del pensiero.”

“Il non cosciente non può essere ricordato.”

“Senza la fantasia il pensiero è privo di umanità.”

L’implicazione delle frasi precedenti è una frase differente:

“Dovremmo lottare alla conquista di cuori nobili, non restare sotto le rovine.”

La ricerca in atto inventa l’inferno, sveglia l’amore, spinge scalciando fuori dal letto l’irrealtà dei gesti impulsivi. L’idea è:

“Fonda la fisiologia della vita mentale sulle caratteristiche proprie del pensiero neonatale….”

“Ricrea continuamente la certezza di incondizionato amore…”

La figura dei segni scritti compone sul foglio il disegno corrispondente all’immagine che lo scontro era indispensabile: impareggiabile l’amore opposto.

Oggi si sa la cattiveria delle azioni tardive e la vanità del pentimento.

Il cielo di oggi è un natale precoce: nell’incontrovertibile accordo il fiato sono strie opalescenti di lumache sbucate dai sogni.

Su in alto (e fuori di ogni legame logico con il contenuto del testo) Glenn Gould suona Bach e comunque valeva la pena metterlo là per il fatto che è sempre difficile trovare insieme due geni all’opera.

Read More