il conflitto israeliano/palestinese


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Studiare ancora. Hai sognato di aprire e oltrepassare porte bianche in successione. Ho pensato che non era una serie di scelte. Allora ti ho detto: – “Chissà forse sono le volte che non eri più tornata anno dopo anno. Oggi che sei tornata puoi contarle. Prima quando non tornavi, ogni volta che non tornavi più, in verità non avevi scelta. Andavi sempre oltre. Dovevi andare oltre. Ma andare oltre e il dover andare non rappresentavano la possibilità di scegliere. Erano delle necessità: come la malattia, l’inclinazione biologica, l’attrazione gravitazionale, lo scivolare, e cadere. Certo in mente avrai sicuramente avute limpide le tue buone ragioni per non tornare….”- ho detto.

Perché per esperienza personale, ricordando le mie resistenze antiche alla cura, so che così si pensa. Ci sono sempre buone ragioni per lasciar solo chi si ama se ci sentiamo in pericolo e temiamo di vivere una dipendenza. Ma le buone ragioni ti hanno quasi uccisa. Anche se avevi la coscienza a posto e potevi dire che ‘stavi procedendo’ di porta in porta. Invece eri solo piena di dolore perché, come hai detto, erano porte bianche nuove in un palazzo antico, ma io so che erano porte troppo bianche (inutilmente bianche) in un fabbricato cadente. Le domande di sempre. Andare oltre.

Poi ti ho parlato di altro: delle piazze, delle stanze ampie, con numerose porte. Di quello che potremmo sognare. Addirittura penso che il tuo sogno seriale forse vuol proprio dire di una intuizione che hai avuto a proposito di una realtà completamente differente da quella di una serie di necessità, di un treno logico di assunti, fuori dal convoglio delle cause prepotenti. Aumentare anche una sola volta la possibilità di scegliere tra percorsi dati a noi sconosciuti incrementa, nella scienza delle probabilità, la speranza di avere successo, che sia non soffrire più o sfuggire alla morte che si cela, nella scommessa, dietro una di un dato numero di porte confluenti su un atrio di ingresso, teatro della scelta. Ed è così che la modalità probabilistica regola e limita la libertà e conferisce all’arbitrio la sua ambiguità per cui può trattarsi di una scellerata violenza senza motivo, o della libertà dal determinismo (provvidenziale o meno).

Sei tornata e tutto in te torna a muoversi. Sei tornata a contare quante volte avresti voluto tornare. Hai detto che nel sogno c’era una pistola e c’era stato un omicidio ma nessuno era morto. Io dico che il problema è l’arma. Una pistola nera. La pulsione, si dice da decenni. L’opposto della fantasia creatrice. Arbitrio delle meraviglie contro arbitrio delle prepotenze. Guardo le stragi di Gaza, i missili cattivi di Hamas, cattivissimi  anche se meno letali delle bombe intelligenti di Netanyahu. Sappiamo che i fornitori di armi, i paesi civili e democratici, non smetteranno mai di costruire e vendere ai contendenti quelle armi che poi le diplomazie dovrebbero mettere a tacere.

Noi contiamo porte bianche in una cultura stracciona e cadente. Ci sentiamo impotenti. Possiamo solo non smettere mai di costruire ipotesi plurime e contemporanee e scegliere, scegliere di nuovo, sempre, senza sapere. L’ignoranza. La sua forza disarmata. Lasciare il controllo sul mondo. Dormire come improvvisamente tutto tornasse a funzionare.  Ogni notte il chiarore del sonno e ogni mattina il risveglio difficile a causa della polvere da sparo subito fuori la finestra.

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