il cuore tiepido delle cose


Nuova nota da via Giacosa. Così verrà registrata questa serie di parole. Nella natura indifferenziata dei circuiti elettronici dilagano impulsi provenienti dalle dita che dirigo sulla tastiera quasi a memoria. So dove sono le singole lettere. Intanto che scrivo organizzo lo sbarco delle altre parole che si accalcano lungo le falangi per comporre in grammatica e sintassi il senso dell’idea che si forma nella mente prima che sfugga incalzata da un’altra simile ma di senso opposto, talvolta. Dunque mi pare evidente che è quasi soltanto dalla rapidità della battitura che dipende se tutto cambierà in altro -e fino al suo contrario- o se invece resterò fedele ad una intenzione iniziale. I bozzoli da seta come i giorni cadono giù. Non puoi sapere la loro esatta temperatura ma la scienza ha detto che dentro mantengono una temperatura media superiore alla temperatura media dell’aria esterna per tutto il periodo che i cuori trascorrono nei bozzoli. I loro segreti cuori sono larve tiepide di creature inattese. Così si forma il quadro di me che sono contadino con una lunga canna nella mano destra e cammino metodico e con metodo inesorabile colpisco le fronde. Non so se siano olivi o gelsi. Non so che ci sia che mette buonumore nella struttura pittorica di quel tipo umano che traversa filari d’alberi. Comunque appartiene a quei fenomeni arcinoti quando una cosa della mente cura la mente. Non si sa mai se prima ci sia uno ‘star bene’ che produce quelle pitture cosi gradevoli curative come balsami di sciamani o streghe benefiche, o se siano quelle idee sfuggite alla tristezza, ma in realtà paradossalmente invece generate addirittura dalla sofferenza, che poi la spazzano via e ci lasciano impreparati di sudore con le spalle riscaldate appiccicate contro i muri a secco delle case a pigione. Comunque avvenga si sbuca fuori in un pulviscolo dorato di polvere: finito di pulire la povera casa, sulla porta spalancata sulla strada per lasciare che l’aria asciughi i pavimenti lavati, con le braccia nude lungo i fianchi ci si sporge con il corpo al sole mentre volano via in sciami di farfalle stanchezza e giudizio.

 

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