il pensiero altrui


onde battenti


Posted By on Apr 29, 2015

È venuta la nascita attesa da tantissimo tempo. Sorprendente. La figura ostetrica richiama la conclusione non fallimentare. La trasformazione è riproposizione di quanto, sparito, c’era sempre stato. La nuca del neonato che scivola morbida ruotando tra le mani del medico. La ragazza quasi perduta nel momento dell’espulsione. Io stesso ero riuscito a dimenticarmi di tutto.

C’è qualcosa di femminile nell’innamorarsi: un modo di perdersi annullando la volontà in una prepotenza muscolare che sopraffà il soggetto.

Tutto insieme il pensiero della ricerca che si attua con le mani nelle mani, con il volto tra le voci degli altri, e le dita che tengono la loro nuca e ne sfiorano le spalle e ogni cosa poi che si perde nelle interpretazioni: vere e proprie autostrade di capelli ognuno di una bellezza impari come la fatica.

La costruzione di un’amore spezza le vene delle mani” rimugino commosso lasciando che la nostalgia di non so che, del futuro credo, si prenda quello che arriva. La nascita ha capacità di immaginare preminenti rispetto alla luce e alle sue sfumature. La capacità di immaginare corrisponde all’energia dello stimolo luminoso, all’effetto ‘fotoelettrico’ che apre i frutti disegnando il sapore sulla buccia che si colora di tinte tra il viola e il rosso scuro.

Il neonato infatti era stato  sognato come ‘encefalo’. Raccolto nella sua tipica preghiera del viso al ventre, tra navate di costole delicate mentre fa un eco di onde vibranti a ogni passo. Rimbomba il silenzio attorno a quell’albicocca che matura in mani amorevoli d’acqua. Alla nascita è l’intensità dello stimolo la ‘realtà’ percepita. Poi nasce il pensiero neonatale preverbale che si svolge nel delta dei primi anni.

La musica dell’eloquio è di nuovo un frutto ellittico, un uovo d’oro che assorbe le punte graffianti del pensiero divenuto linguaggio verbale. Nei ricordi del sogno la vita mentale torna indietro. Le tracce del tempo neonatale fluttuano in onde insensate di figure. Sempre più in fondo al cielo del ricordo. Poi tutto si arresta alle soglie dell’espletamento del parto. Il preverbale torna immagine della realtà della nascita che fu nascita del pensiero come traccia indelebile di una ceretta intensità dello stimolo luminoso.

Ora siamo lontani e tu così solo cominci a smettere i tuoi suicidi rituali e sarà difficile da compiere ed io sono lontano e non potrò far nulla per aiutarti. Ma in questo consiste la specificità del legame tra esseri umani: che la distanza non è impotenza se ognuno dei termini sa pensare se stesso come vivente nelle onde battenti del pensiero altrui.

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