il resto


in cambio del ‘resto’


Posted By on Apr 9, 2015

“Un bacio sulle labbra non di più” – dice la ragazza. Così  si fermano appena sulle gambe che tremano mentre i volti devono trovare un modo per baciarsi dolcemente evitando la forza della passione per una ‘posa’ differente.

Per solo sfiorarsi, le labbra richiamano e tirano a sé i capi di mille fili invisibili provenienti da ogni punto dei loro corpi. Due marionette elettriche o androidi animati ma non più fantocci in un angolo e neppure eroi sulla scena. La soluzione salina dentro le cellule nervose consente le correnti che si scaricano alle giunzioni neuro muscolari.

I muscoli volontari hanno fibre ‘striate’ che sono bianche come la neve e rosse come il sangue. C’è una involontaria poesia nella nomenclatura anatomica. E c’ero poi io con loro e ascoltavo il sogno, e poi dicevo che quella ragazza aveva ragione a pretendere che in amore ciascuno dovesse saper restare in sé anche nei gesti più intimi. Dicono alcuni che conosco (come dicessero chissà che cosa e invece col tono di offendere con superbia) : “Quando il dito indica la luna è vano guardate il dito”.

Di fronte al racconto del sogno di quel bacio io invece avevo avuto un sussulto diverso, una reazione meno decisa. Mi era venuta la pretesa dell’idea di misurare la modulazione fine del movimento per esprimere poi col linguaggio verbale cosciente le proporzioni esatte, le ‘dosi’ dei principi di forza ed eleganza presenti in un bacio.

Cioè mi è venuto da pensare che non è questione del soggetto e dell’oggetto cui egli ci prega di guardare col suo dito proteso all’apice del braccio disteso. È questione della delicatezza necessaria alla volontà.

Io, per conto mio, mentre il dito indica la luna, cerco di cogliere il fremito quasi impercettibile di quell’invito al cielo. Un movimento volontario ha maggiore o minore grazia. Forse in relazione ad invisibili intenzioni e ignote esigenze o, altre volte, a causa di idee poco chiare a proposito del momento. Ognuno di noi, involontariamente, compiendo atti intenzionali coerenti e finalizzati, svela la distanza che passa tra esitazione, trepidazione e incertezza.

Secondo questo atteggiamento di neuro/anatomia del gesto psichico mi rassegno, ultimamente sempre più spesso, a interpretare i sogni. Lasciando ad altri la dicotomia tra mito e realtà. Ho una base teorica ampia e solida che dilata tempi e aree di rappresentazione e può sostenere figure mute i cui atti sembrano indicare possibilità di rapporto fino ad oggi ritenute di scarso valore pratico: che non possono essere definite semplicemente ‘irrazionali’.

Devo dire che a consolarmi di questa sopraggiunta bella complicazione, a non pretendere di porre subito la domanda sulla legittimità di certe sensibilità attuali, è il pensiero e addirittura la certezza che c’è da qualche parte un ragazzo che amò da subito più che mai una ragazza che da subito pretese una passione intelligente. In cambio del ‘resto’.

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