in caso d’amore e di sabbia


in caso d’amore e di sabbia


Posted By on Giu 20, 2014

 (marina scrive)

“Solitudine, inizio, unicità, nascita. Parole incastonate come gemme preziose nella corona d’oro del “quando ti ho incontrato” e “quando ti ho lasciato”. E’ così che si costruiscono gli orizzonti? Perché allora potrei comprendere il grido degli uccelli marini che scompaiono nel cielo che si prende tutto e del tempo intrappolato nel legno di olivo che per liberarsi doveva ardere.”

Costruzione degli orizzonti tra un iniziare e un finire d’amarti. Mi ha regalato una sensazione potente della lieve convessità di qualsiasi panorama si guardi. Resta nella mente, insieme al grido degli uccelli marini. Esso, insieme ad altri fenomeni ‘naturali’, colpisce il timpano. Nel ricordo è come nel momento in cui è ripetutamente accaduto. Mi sembra che voglia avvertirci di qualcosa. Altre volte, semplicemente, ha creato nella mente una sensazione di fusione con la natura. La fusione con la natura è sempre rimasto un sentimento e non è diventata mai fantasticheria delirante di un pensiero malato. Credo sia stato per le tracce cenestesiche propiocettive che danno origine ad idee più intime e impareggiabili di benessere. A idee senza parole. Un po’ diversamente di come accade per gli stimoli sensoriali degli altri sensi ‘esposti’. Le sensazioni ‘pure’, più della coscienza di sé, in certi casi d’amore e di sabbia, tengono integrità e unicità (cioè solitudine, inizio, unicità, nascita) della vita mentale di chi traversi la spiaggia nel buio che si porta via tutto ancora ogni volta.

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