insistenza dello zero


zero (2)


Posted By on Lug 24, 2014

Simone intuisce il pensiero latente. La critica che vuole arrivare a rifiutare l’identificazione. Il pensiero dell’affetto che però vuole restare a sentire in prossimità degli altri. Anche se sa che non si è l’altro, non si è dentro l’altro e non si ha dentro di noi l’altro. Che l’amore non c’entra. C’entra la natura delle cose. La natura del pensiero. Che simpatia empatia e passione non sono identificazione. Sono quanto più vicino possiamo essere a chiunque. E oltre è confusione e rabbia. Impotenza e violenza. Bisogno. Hanno sognato un numero di quattro cifre con uno zero alla fine. Ho detto le quattro sedute fatte. E la prima che quasi stavamo per fallire a causa di un incomprensione. Forse quella seduta ‘0’ che è auspicio di uscire dal nulla. La più difficile. Ho detto che allora, se è così, proprio lo zero che sta per qualcosa che non c’è, è segno evidente di pensiero materiale, della natura fisica del pensiero che può confrontarsi ed opporsi all’idea della propria irrealtà, rappresentandola con suono e forma. Capacità di creare una cosa nella mente per affermare la percezione e realizzazione della sua ‘assenza’ fuori di noi, per la perdita e l’abbandono, ma anche per circoscrivere la perdita e l’assenza della funzione della mente dentro di noi. Ed eccolo là, in fondo al numero arabo di quattro cifre, sognato e dunque non più solo ‘matematica’…, che sembra (soltanto) semplicemente stabilire la potenza gerarchica di quel numero nell’ordinamento di tutti gli altri. Ma qui nella stanza, nelle pretese di comprensione psicologica dei sogni, lo zero è, sul piano delle ipotesi della fisica dei processi intellettuali coscienti ed inconsci, segno del pensiero concreto che dice che la matematica non è, in quanto astrazione, né confusione né mistica. In questo particolarissimo caso ho pensato che quella forma ovale alla fine di una serie di segni di un linguaggio non letterario, potesse essere rifiuto della confusione e evidenza della natura fisica di certe realtà invisibili. Ho pensato una cosa stupida, ad una somiglianza tranquillizzante, ad un legame meno misterioso, alla O del NO che è espressione verbale del rifiuto, del quale lo zero ha la medesima forma grafica.

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