la bellezza che circonda operaprima


“In un paio di occasioni un’amica si liberò confessandomi pensieri che teneva nascosti. Avrebbe voluto fare la danzatrice erotica. Non di lavoro, lo avrebbe fatto per poche volte, solo per dimostrarsi che era capace di farlo. Fu anche sfiorata dall’idea di fare un’incursione estemporanea in quella nicchia dell’espressione cinematografica che si occupa del corpo, della carne e della fisicità dei rapporti artefatti. Quella fetta di produzione considerata oscena da molti ma che rappresenta almeno il 75% del traffico web. L’ho conosciuta poco. Credo che avesse voluto togliersi tutte quelle catene dei buoni comportamenti, delle buone maniere e della sana affettività che probabilmente avevano imbrigliato la sua ben celata esuberanza. Aveva sempre fatto la lotta fra le richieste di uomini a cui faceva perdere (più o meno consapevolmente) la testa e la volontà di affrontare la vita con calma, senza farsi sopraffare dalle emozioni. Liberare quella parte di sè che anela “l’assenza di complessi” e assecondare quel destino che ha deciso di farti nascere in una società schizzofrenica con la forma fisica di un catalizzatore del desiderio maschile. Avvantaggiandola e penalizzandola al tempo stesso in un moto perpetuo di input e output psicologici e biologici. Magari stava solo valutando la possibilità di fare delle scelte diverse da quelle che l’avevano portata ad essere quella che ho conosciuto. Una riscrittura del proprio vissuto in relazione all’espressione della propria sensualità e fisicità. Vera o presunta? Forse solo ipotetica? Avrebbe voluto esplodere e dare scandalo invece di continuare a “fare la brava”. Una volta tanto. E’ nutrita la letteratura che affronta lo sconvolgimento che genera una donna libera. L’invidia delle altre donne che non sono abbastanza serene da accettare d’avere una diversa natura e un diverso modo di relazionarsi. Ci sono le donne che sono libere ma che vorrebbero essere “normali” costringendosi con castità e castighi a una vita innaturale ma onestamente riconosciuta dalla società. Esistono anche donne che vorrebbero essere libere ma non si accorgono che la loro natura non è quella di essere prigioniere ma semplicemente sono fatte per vivere affetti e relazioni in un altro modo. Anche l’uomo viene roso dall’invidia nei confronti di una donna che si libera da quegli schemi tanto rassicuranti: i punti di riferimento dell’immaginario maschile. Quando vengono meno questi punti di riferimento si sentono i più classci dei luoghi comuni: “le donne sono tutte puttane”, salvo piccole eccezioni (madri, mogli, sorelle e figlie…in genere).

Chissà se non è per contenere l’esuberanza femminile che pressochè ogni società umana si è adoperata per dare codici serrati, severi e violenti alle donne. Può darsi che sia un meccanismo per mantenere un’equilibrio; una donna libera generebbe una sorta di chaos, un rischio che una società che vuole contare sulla propria sopravvivenza non può correre. Magari non è il caso di addentrarsi in antropologia spicciola, da bar, anche perchè le società matriarcali smentirebbero all’istante queste teorie da due soldi. Resta il fatto che un uomo di fronte alla bellezza di una “donna senza complessi” si possa sentire come sul margine di un maelstrom, affascinato e terrorizzato. Sai che può distruggerti ma non puoi sottrarti alla sua forza attrattiva.” (Giacomo)

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esserci


Posted By on Giu 19, 2013

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“Per Fortuna Tu”
©claudiobadii
per
OPERAPRIMA

Simone scrive all sua ragazza e dice

Tu Amore Mio, non sei immagine. Sei la percezione esatta di quei fiori che tu porti in mano, che NON distolgono il mio sguardo dalla  bellezza dei tuoi occhi. Non sei memoria flebile e rassicurante. Sei l’esplosione di un universo che mi sputa continuamente in faccia, brodo di vita primordiale. Posso solo viverti e guai ad immaginarti. Toccarti e non sognarti. Esserci. Per mia fortuna.

(Ora poi è tutto da decidere chi dei due sia più ‘fortunato’. Comunque grazie !)

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