Il piano suonava senza interruzione un sincopato che ogni nuovo attacco era un batticuore e nessuno ballando poteva arrestarsi e prendersi la responsabilità di niente perché le battute dello spartito iniziavano in levare e coglievano ogni volta le gambe in alternanza d’appoggio coi piedi sospesi a mezz’aria e il peso dei corpi che non era di nessuno e la responsabilità dei pensieri neppure quella si poteva far ricadere su alcuno dei presenti e tutto quel tumultuoso incremento di irresponsabilità lievitò e scoperchiò il tetto e portò fuori la chiassosa incoscienza di dame e cavalieri che fino al compimento si dissetarono ridendo nei limpidi laghi di sudore e di commozione che si formano sempre alla base del collo degli infaticabili.
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