l’anima della cipolla


promessa di non tardare più


Posted By on Feb 3, 2014

Il superamento del transfert e l’amore finalmente possibile. Cioè dov’è andata a cacciarsi l’anima della cipolla? Finirà mai? Quando sarà esaurito il conto saremo liberi? Se l’anima è l’ultimo strato della cipolla che siamo noi, beh allora non c’è. Non ha neanche la densità di cotone di una nuvola l’anima delle cipolle. Nelle cipolle è un modo di dire, l’anima trafelata. Nella nuvola è una goccia dislocata nel ginocchio di una piega grigia. Mentre noi siamo al lavoro con le tessere di un mosaico di discrete dimensioni di sfumature di colore. Giorno dopo giorno piazziamo piastrelle uguali. Si fanno luce cielo e mare. Alla fine…. (forse!) si potrà galleggiare legati ai fili che ci sosterranno alla vita perché galleggiare non si può per natura. Si potrà volare a piazzare ulteriori tessere. Come Pollock sopra le tele a lasciar sgocciolare certe riflessioni in eccesso. A sputare sangue come Michelangelo… ma al contrario. Con la volta del cielo sotto di noi. Tutte uguali sembrano le tessere ma vedi alcune devi rovesciarle a testa in giù per cogliere la vera somiglianza. Non finiremo mai. O si?

Cerco nella relazione che dio ci ha dato sottraendoci al paradiso scagliati in terra. Gli uomini e le donne non ci stanno ad essere spodestati. Ed eccoci a ‘fare’ la ricerca durante la psicoterapia: ricreare paranoicamente in stanze inadeguate un universo/laboratorio. Un inferno. Un eden. Dipende dai modi di vedere. E poi i modi di vedere cambiano con il transfert. Si galleggia legati al filo del discorso che sale su fissato oltre il foglio. Una figura lieve la linea sottilissima che tiene il corpo e arriva al margine superiore. E non ha un punto cui legarsi. È provocatorio disegnare così una grafica senza nessuna arte particolare. Anche noi forse, che da anni discutiamo in cerchio la qualità della nostra relazione, siamo la forma di una nuvola animata che stride tuona e si scioglie. Siamo corpi allungati o tondi sostenuti sui fogli da fili di seta che salgono verso nessun posto. Fibre nervose verso la massa di colori attorno al foglio. Al marrone o al bianco o alla plastica arancione delle scrivanie. La cipolla è precisamente tutta anima. È cioè anima che si espande. Che non comincia mai ed è profumo in fuori: una bella ‘trovata’ così liscia convessa. Un ingrediente poetico per imprigionare i polsi col succo invadente e piangere appena. Una nuvola profumata di densi pensieri che si succedono senza un inizio nucleare, un andare da per tutto senza iniziare da un punto preciso. Il soggetto che si espande senza che in nessuna area possiamo localizzare l’innesco dell’iniziativa. La scienza psicologica cerca nella preistoria la natura dell’uomo quando il pensiero complesso e il linguaggio non si fissavano ancora in scrittura. Venivamo fuori dai nascondigli espandendoci. Ribollimmo ‘in fuori’ come zucche e culi di patate. Si sbocciò in razze colorate durante l’esfoliazione di bucce di petalo rosso, bianco, nero, giallo. La fine della relazione di transfert da accesso ad un differente ‘amore’. Dal primo giorno la bella nuvola spande gocciole attorno. La pulsione si lega alla funzione – opposta -definita temporaneamente vitalità ed è il primo momento. Bisognerebbe segnare il fondo grigio perla e i fili leggeri bianchi e lasciare i triangoli scaleni di nero che rappresentano frammenti della passione per l’annullamento. Siamo dediti allo scandalo per restare umani. La parola ‘scandalo’ non è scelta ad uso retorico del paradosso. Il transfert è com’è. Amore e odio. Il contro transfert è anche forse buono e meno buono ma è potentemente influenzato dal rapporto degli psicologi con le loro teorie di riferimento con i loro terapeuti antichi o prossimi e con le loro capacità di ‘soluzione’ dei legami. Ora ho la persuasione che certi tra noi si sia data troppa importanza a certe parole. Una di queste è ‘pulsione’ di ‘annullamento’. Un fantasma si aggira. Ma non rivoluziona. Impaurisce. Che si sia voluto circoscrivere ridurre e stringere con un laccio alla vita l’eventualità di una lotta meno eroica? Un certo tipo di allacciamento in forma di lotta di pulsione e vitalità realizza la fisiologia dell’immaginazione. Fosse solo vitalità senza pulsione avremmo la mania congenita. Della pulsione sola, restata incontrastata per torture e storture, sappiamo che è la deflagrazione dell’ottuso. La cecità delle mani che ammucchiano. Nelle cronache dal ‘fronte’ si narra che la vitalità si schianta dal basso del ventre sulle minacce delle mani che ammucchiano al buio, e fa del loro nichilismo tenebroso frammenti di bitume. Vengo da te correndo su quei pezzi di cecità senza più ferirmi. I sogni non sono più la sola via di accesso. C’è, più e meglio, la conoscenza al risveglio, il pensiero di transizione e proscioglimento dall’incoscienza del sonno, dunque un pensiero che è stato di veglia subito prima della coscienza. C’è il disincanto dalla stregoneria. Nella ricetta per curare i risvegli senza sogni -da portare al proprio psichiatra avido di conferme della propria fertilità- si prescrive la distribuzione dei balsami distribuiti sulla parte dolorante seguendo il disegno delle rotte degli aeroplani che hanno fatto a pezzi il cemento: pulsione è silicosi disgusto e disgrazia. E molte altre cose, cosicché non è più stringente il tempo ora che i bombardieri tornano -dopo il terrore della campagna di guerra- alle piste d’erba nei campi liberati che tanto desiderammo percorrere insieme. Transfert e contro transfert ci tennero rigorosamente al nostro posto poiché erano ‘solamente’ parole senza risonanza. E sebbene la tecnica sia stata innegabilmente necessaria e insostituibile, adesso, a riguardarla dopo quaranta anni, fa quasi paura l’indulgenza fideistica nella vittoria definitiva, che implicava la riproposizione automatica del setting, la strumentazione dei formalismi concettuali, la scelta quasi obbligata dei tagli interpretativi. Da qui nascono le figure di mani che ammucchiano le cose del pensiero. Quanta era la spinta pulsionale nella prassi tuttavia prevalentemente corretta? Le interpretazioni dei sogni proposte come unico indizio di scientificità del metodo, se si può far meglio sviluppando la coerenza del linguaggio, paiono da qua, idee maniacali di rovina o salvezza. Questo. Somme a risultato zero, mi appaiono quegli anni di contrapposizioni intimorite. Le scuole. L’idea dell’annullamento da contrastare parve prospettare, ma deve essere stata una scarsa capacità di comprensione solo mia, forse, la pulsione come ultima frontiera della battaglia interpretativa. Avanti contro le ‘resistenze’…-tutte le esistenze e una volta per tutte- e la chiarezza che sosteneva il metodo forse nascondeva la buona coscienza del soldato di ventura. L’avanzata delle armate attrezzate per i duelli assicurava il progresso che però si svolgeva arcigno in un mondo di sospetti, privo di qualsiasi decente quotidianità. Non si sa come si riesca nella dissomiglianza da sé, certe volte. L’annullamento è ogni istante. La pulsione è implicita nella stessa origine materiale. Bisogna prenderci passione a fare a pezzi l’ideale della sua definitiva sparizione. Smettere di confidare nella vittoria ultima ci permetterà di fare i conti con gli infiniti tentativi di suicidio della quotidiane continue distrazioni. Cominciamo, amore mio, promettendoci di nuovo, dovesse capitare che ti avvicini o mi avvicino, di non ritardare più.

Read More