le colline della costa tirrenica


Non vorrò sapere di più. Non è importante conoscere i dettagli. Ho letto e indagato abbastanza. Sono diventato un gatto dentro il mare, che non si agita: contrariamente alla natura felina ha smesso le idiosincrasie di specie. Manda su bollicine d’aria intanto che aspetta, immerso nella trasparenza azzurra, che passi la bufera e le montagne della superficie si spianino di nuovo.

Il pensiero di ottenimento è fonte di piacere perché attiva certi particolari circuiti corticali endorfinici ed essi sono il massiccio centrale dove prospera la miseria. L’erba dà il nome alla montagna. I re pastori sono connessi a nuove comete. Non s’era mai visto niente di simile prima.

La nascita e il primo anno di vita non sono tenuti su dalla storia. Il ragazzino è smemorato. Il ricordo è traccia mnesica. Vitalità(*) alla luce. Vitalità e Ricordo sono innamorati svagati distratti e imprevedibili che, per i primi due anni della vita umana sembrano fare felicemente a meno di una Storia da tenere a Mente. Se alla nascita c’è un Io sarebbe il crollo dell’idealismo. Bisognerebbe dedurre che esso viene dopo, ed è invidia di quell’essere al mondo senza motivo che è forma originaria di esistenza. Si andrebbero a visitare i musei della nascita dell’uomo e ci accorgeremmo che essi raccolgono strumenti monili e frecce: ma non c’è una teoria su quale sia la funzione che sostiene la trasformazione da animale ad essere umano. I musei hanno i reperti delle scintille di menti accese. In monili, statuette, pitture. Come fossero le stelle in cielo la notte. Le mostre biennali irradiano ancora i falò della galassia di una umanità che ha per sua natura la facilità di accesso alla bellezza. Ma non servono a nulla perché persino la bellezza perde la meraviglia nella autoreferenzialità di ciò che è privato della propria impronta originale.

Ricordo, a conclusione di ‘Istinto Di Morte E Conoscenza‘(*), la citazione dai ‘Giganti Della Montagna’: “Signora Contessa La avverto: se lei cerca qui nell’ambito del naturale e del possibile, Lei, qui, non capirà nulla. Noi siamo fuori da questi limiti. A noi basta immaginare. Basta che una cosa sia in noi, in noi ben viva, che essa si rappresenta da sé, per virtù spontanea della sua stessa vita.

Quale funzione consente la confidenza con l’innaturale e l’impossibile? Senza questa base scientifica l’arte diventa automatismo e gli amori più grandi scontati e noiosi.

In ogni caso, per via, mi sono affezionato per sconosciuta ragione ai nostri passi. Stringendoti distrattamente la mano ho cercato la risposta alla domanda di un amico su cosa era il meglio da augurare ai miei figli per consolarli di non aver dubitato a proposito dell’essenziale. “Che abbiano figli come i miei” ho pensato.

Circumnavigati i resti dei trascorsi accampamenti accendo un falò con cespugli, ossa e sterco di cammello. Sono fuochi viola in un deserto. Ma è immediato il pensiero delle torri di avvistamento della mia costa. Furono costruite lungo questo tratto di colline tirreniche per avvistare i vascelli dei male intenzionati. Sulla cima si accendeva il fuoco e il rossore e i fumi erano convenzionalmente grida di “All’armi !!!! “. Ma facevano presupporre i tesori. Come il pudore è la difesa che mette in risalto ciò che vuole custodire.

Così noi restammo, fino a ieri, nelle radure del sottobosco. Al posto dei fuochi d’allarme abbiamo costruito ripari illusionistici di frasche. Sono state disposte con meticoloso artificio in assetto di casuale disordine. Ci siamo ispirati al linguaggio della proposizione teorica dell’Io Della Nascita Umana(*). È comunque un riparo temporaneo che nasconde lo splendore dei figli per il tempo necessario alla loro crescita.

Poi bisogna rispondere. La caduta delle foglie dai rami di siepe intrecciati non dovrà provocare il pudore. La libido non dovrà più essere ‘pensata’ come fuoco che distrugge(*). Un rossore sarebbe fatale di fronte agli sguardi male intenzionati dei ‘più anziani cultori di Freud’.(*)

nota: (*) in diverse parti questo articolo contiene impliciti ed espliciti riferimenti alla Teoria della Nascita di Massimo Fagioli più e più volte riproposta nello svolgimento di Operaorima che, letteralmente, non sarebbe mai potuta essere tentata senza quel fondamento teorico di una scienza medica differente da ‘prima’.

Read More