le puttane


man rey

QUADERNI n°1 (*) : Le Puttane Sono Fumo Profumato Che Sale Fino A Me Fino Al Secondo Piano” (©claudiobadii)

Riuscire. Accanto. La superficie del tuo viso. I movimenti delle dita. In cambio di tutti i roghi. In cambio delle sciagure. Il corpo delle ragazze da un po’ sotto casa mia. Fino a un isolato più là erano. Fino a un po’ fa. Adesso eccole. A dire il vero è gia un piacere a saperlo. Profumano l’andito. E cancellano la noia. Sono idoli carnosi. Al posto della miseria. La mia preferita ogni tanto mi aggancia:

Per un amore platonico.” – dice furba. “Perché siamo troppo seri per ‘altro’ noi due.” – suggerisce.

Meno male che sei arrivata a fermare la stupidità.” – taglio corto.

Poco da fare: si subisce il fascino delle puttane. È una cosa arcaica. La disponibilità beffarda della femmina che non ha complessi. Ancora oggi appoggiate indolenti agli spigoli dei palazzi ricalcano una crocifissione a modo loro. Senza tragedie e perdono e risentimento. Roba da donna. Agli incroci dove le femmine restano impigliate ruotano vorticose le macchine rosse della rabbia maschile. Perché la puttana non si fa pagare. Non vuole debiti. Hanno posture per cui è poi stato tutto quello che è stato nella storia del genere umano. La prima idea di gelosia e possesso. Le femmine all’opera intorno al fuoco. L’accettazione. In presa diretta al controluce dell’ingresso degli insediamenti sotterranei. Non ancora in alcuna città. Spettacoli dal vivo. Teatro grande e impalcatura di luci e suoni del sesso fino all’orgasmo. Uno stadio. Eccole addosso a me e incontro al silenzio delle vacanze. Ecco il sogno allegro e impressionante del chiasso dei vestiti. I gemiti repressi.

La gioia del sesso mi impedisce la commozione.” – dice.

Ed io volevo giusto gustarmi il brivido della tua commozione, una crisi della tua certezza che non è peccato…” – dico.

Comunque: “Tutto è così apparentemente ben disposto. Come l’esatta adesione dei tuoi fianchi al portone” – e il seguito dell’eccitazione diventa pensiero verbale e figura. Certe donne vedo perché non si può non vederle non si vuole restare offuscati a costo di sentirsi ridicoli. Vedere e desiderare dall’andito profumato al piano secondo cui conduce la scala di mercoledì e giovedì. Salgono come fumo di un fuoco. Il fumo fino alle finestre.

Sei la vita.” – confido ad ognuna – “Un punto in cui si annulla la gravità.” – rammento. Ed ognuna di loro piega appena il collo. “Come una rosa del giardino sei.

E sono certo che non capirà ma immagino possibile tutto questo. In ‘realtà’ ci sono io sulla poltrona azzurra. La poltrona di fronte a loro sale nell’aria del campo fino al balcone.

Allora dico improvvisamente “Come io fossi il fumo che hai respirato, perchè tutti sanno che è il fumo che sale. – E tutto ricomincia come non fosse passato tutto il tempo che è passato il tempo che guardo come guardavo il fondo delle miniere.

*(QUADERNI è una edizione di OPERAPRIMA)

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