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unmade bed


Posted By on Gen 13, 2013

Tina Modotti, Unmade Bed

Tina Modotti, Unmade Bed

Ti offro l’abbondanza delle scelte tra un faro sulla mensola e i pompelmi gialli e rosa subito accanto così il faro profuma di terra più che di mare.

Si deve scoprire come è successo che il ragazzo, un giovane uomo oramai perché era venuto diversi anni fa, abbia imparato a interpretare i propri sogni.

Via via che passa il tempo, dopo che si è allontanato, scrive certe letterine brevi e dense. Ci mette le cose essenziali: – la nostra amicizia, silenziose ragazze, e sempre un suo sogno.

Il sogno gli prende la parte maggiore del foglio. Fino alla fine della pagina, sempre là si ferma, senza aggiungere altro per una sua certezza di misura delle ‘cose’.

Leggendo penso ai sogni sempre differenti, alle parole di Tina Modotti: “Accetto il tragico conflitto fra la vita che cambia continuamente e la forma che la fissa immutabile” (lettera a E.Weston 1925)

Da tempo immagino che il sogno non è una metafora, che è fatto genuino di pensiero e ora mi cullo citando….

«Pensavano che anche io fossi una surrealista, ma non lo sono mai stata. Ho sempre dipinto la mia realtà, non i miei sogni» (Frida Kalo – Time Magazine 27.04.1953 – “Mexican Autobyography”)

I sogni, opera del pensiero. Perché al sogno si sono sempre volute attribuire intenzioni surrealiste o simboliche, e perché pare inconcepibile senza le qualità allegoriche dell’ arte sacra o i nascosti formalismi matematici?

I miei pompelmi fanno odorare di terra la scultura del faro bianco e azzurro. La stanza ne ricava un tocco di leggerezza e di candore.

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