linguaggio e pensiero


“Il fatto è che quando ci si appassiona davvero a qualcosa, alla fine ci si appassiona a ogni cosa e soprattutto all’irripetibilità che caratterizza la realtà e la vita in tutte le sue forme, in un mistero che ci travalica. Quello che segue dovrebbe rendere l’idea: come un albero, una frase. Un isolato o due a ovest della nuova «Città delle persone» nella Baia delle Tartarughe73 c’è un vecchio salice che presidia un giardino interno. È un albero malconcio; ha sofferto molto e su di esso si sono arrampicati in tanti; è tenuto insieme da corde ma è molto amato da chi lo conosce. In un certo senso simboleggia la città; la vita sotto le difficoltà, la crescita contro ogni ragionevole aspettativa, lo scorrere della linfa in mezzo al cemento e la continua ricerca del sole. Tutte le volte che lo guardo oggi, e sento l’ombra fredda dei muri, penso: «Questo deve essere salvato, proprio questa cosa qui, proprio questo albero». Se se ne dovesse andare, tutto se ne andrebbe –questa città, questo dispettoso e meraviglioso monumento, non curarsi del quale equivarrebbe alla morte.” E.B. White, Here is New York, Harper & Row, New York, 1949.>

citato da ‘Parlo dunque sono: diciassette istantanee sul linguaggio’ – Andrea Moro – Biblioteca Minima Adelphi –

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