natura fisica


e dopo ancora


Posted By on Mag 20, 2015

La biologia produce il tempo coi fenomeni termodinamici. Non è che il tempo sia un assoluto, per sua natura intrinseca: esso è incontestabilmente il risultato di una inclinazione probabilistica verso un certo orizzonte sulla mappa delle durate. Quello che ne fa ciò che ci appare è un’azione mentale della coscienza che piena con acqua di raccolta il triangolo di terra entro l’angolo di deriva dell’inclinazione probabilistica. Diffondersi ribollire sbollire allagare e sommergere la risaia riguardano la fenomenologia del pensiero come avvicendamento logico consequenziale di proposizioni dotate di senso lungo una direzione provvidenziale. Però lo scemo, l’innocente, l’idiota e l’escluso hanno visioni dello stesso fenomeno al contrario. Vedono l’aumentare che vuota. L’esclusione improbabile da mantenere. La loro stessa debolezza incompresa come potenza di un sabotaggio. Si dice: sapere contro intuitivo. L’inutile spreco di fatica del Sisifo felice di Camus ci provoca di nuovo. La sua macchina a gambe all’aria (che tiene per sempre in sé la vita perduta di tre giovani promettenti) canta inni di ascesa al cielo in mezzo al grano. In verticale sulle mani i ragazzini hanno visioni inedite: succhiano l’acqua delle risaie dalle radici, i sali minerali masticando le foglie con le ginocchia sulle nuvole. Fanno i bagni nelle miniere bianche di salgemma del deserto. La biologia produce il tempo poiché i fenomeni termodinamici dei metabolismi energetici vanno con grande rilevanza statistica all’orizzonte davanti a noi sulla mappa dello sguardo. Poi il pensiero allaga la valle creando i mari. Nel sogno, nella distrazione, la prevalenza statistica evapora. Si mangia il riso sommerso si condisce col sale nato dal mare che si ritira. Intelligenza coglie il mondo quando il tempo si riversa in una quinta dimensione. Quando cioè non corre indietro e neanche si affossa deviandosi con la luce addosso agli ammassi. Il tempo racconta di sè l’origine e le dita dei componenti finiti della fisica della realtà nascono sul foglio. La natura fisica della realtà porta a comprendere che essa è infinita che non c’è niente che abbia natura di nulla e che dunque cercheremo i confini che sono solo nel pensiero: astrazioni di cose ‘note’ per augurarci un riposo. L’isola del tesoro ero io. L’idiota al centro di un universo di passi da correre. Correndo creavo nei passi il tuo cuore forte. La mia terra sotto i piedi. Non si vede che sono felice che la fine è una questione personale soggettiva. Un po’ di stanchezza amore mio. Ma guarda, adesso che migliora la vista, i campi d’erba delle isole dei mari del nord e dopo ancora.

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