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piccole cose

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Devo mettere la pulsione? E in che modo? Qual’è la fisiologia corrispondente? Un androide è senza la pulsione e senza ‘vitalita’! L’androide, cioè la mia idea di essere umano ulteriormente sviluppato, per adesso me lo sono pensato senza un prima. Non ha la biologia l’esperimento che compio. Non ha gravidanza parto nascita…. Dunque. Devo mettere la pulsione per condurre avanti la ricerca?

Le richieste producono esperimenti mentali. Le proposizioni di tali esperimenti aprono scenari con più vie di uscita. Per non restare intrappolati tra due estremi e alla fine tenerci il vecchio copione di donna e uomo.

La pulsione di annullamento è una potente azione della biologia cerebrale congenita che pare non si possa modulare e dunque maneggiare in quanto tale nello svolgersi delle relazioni umane. Posta alla conclusione della nascita biologica si ritiene si fonda alla vitalita per la realizzazione dell’attività mentale umana. Priva di vitalità risulta incomprensibile e insostenibile.

Dire questo mi fa riflettere sulla correttezza della affermazione “una potente azione della biologia cerebrale congenita che pare non si possa modulare e dunque maneggiare in quanto tale“. Quale espressione verbale possa definire con esattezza le caratteristiche delle azioni della pulsione è una esigenza operativa che mi costringe ad un progressivo ininterrotto affinamento delle mie possibilità verbali.

Sto dunque di già modulando e maneggiando il linguaggio per impedirgli di ammucchiarsi in frasi stipate generiche e informi. C’è sempre questa modulazione. È indispensabile per maneggiare una forza che di per sé è una tundra di elementi organici in gelata e torpida agitazione.

Mi serve, in Rolling/Stone/Man, una qualche materia coesiva delle varie componenti il discorso, per accentuare col contrasto la chiarezza, e con tracce di massa inerte la consistenza, e con lievi incrementi di massa la stabilità. Deve poter compiere gesti di emersione dalle pozze stagnanti, movenze gocciolanti di sviluppo.

La lotta al decadimento energetico è parte costituente della costruzione di oggetti vivi.

Sono questi echi e intuizioni di quello che vorrei dire e che non riesco a dire bene. E allora la cosa cui tendono le mie ipotesi del risveglio si addormenta di nuovo nello sfarzo di panneggi di vesti chiare e profumate. Tirandomi fuori dalle coperte le lascio vesti giacenti sul letto accaldato di sonno: allora il giorno torna su di noi.

I capelli disordinati allo specchio vengono ricomposti da sbuffi e rimbrotti delle mani umide. Il dentifricio alla menta sfrigola in una schiuma fresca e tonificante. Le labbra e il palato riassorbono le parole mute -solo pensate- riguardo alla capacità di non soggiacere all’inerzia che la realtà materiale esterna quotidianamente suggerisce come scelta più economica.

Oramai l’ipotesi di un androide sperimentale non fa più paura. In qualche modo porterò avanti l’idea. Ogni generazione mette al mondo figlie e figli senza volerne prevedere la fisionomia e il futuro.

Mi affaccio per constatare le condizioni dell’aria di stamani e tendo sulla pagina un quadro nuovo. Il dio delle piccole cose ha preso la mente di un artista e su un’area grande splendente ha rintracciato tratti numerosi con un pennello sottile.

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