presenza


Frontespizio del Dragmaticon. In alto: la Filosofia a colloquio con Platone; in basso: Goffredo V d'Angiò con Guglielmo di Conches. Biblioteca della Fondazione Martin Bodmer

Frontespizio del Dragmaticon. In alto: la Filosofia a colloquio con Platone; in basso: Goffredo V d’Angiò con Guglielmo di Conches. Biblioteca della Fondazione Martin Bodmer

Non dirò niente di quello che capisco via via in più. Non ti tormenterò con la pretesa che tu debba condividere tutto con me. Mi sono innamorato di te allora. Ora delle nostre differenze.

Ma da quella parte in cui gli elementi erano presenti in eguale quantità è stato formato il corpo umano ed è proprio ciò che dice la sacra scrittura: <dio fece l’uomo col fango della terra>. Ma siccome ciò che è più vicino al composto di parti uguali è, seppure in minor misura, abbastanza proporzionato, è verosimile che il corpo della donna sia stato formato con del fango che era lì vicino e perciò non è né perfettamente uguale all’uomo né del tutto diversa né così equilibrata come l’uomo: poiché la più calda è più fredda dell’uomo più freddo, e ciò si legge nella pagina divina che dice aver dio fatto la donna <dal fianco di Adamo>. Non si deve infatti credere alla lettera della Bibbia cioè che dio abbia tolto una costola al primo uomo.” Da ‘De Philosophia Mundi’ di Guglielmo di Conches (1080/1154 circa)

E la donna è rimasta sempre vicina per una separazione che la prossimità misura e che l’amore non annulla. Così con l’amore terreno tra donna e uomo onoriamo dio ringraziandolo per l’errore fatale di essere soggiaciuto alla casualità nella creazione dei due generi maschile e femminile. Grazie alla natura assegnataci da dio, che non riuscì ad evitare la natura come lui l’aveva creata, possiamo mantenere sempre l’appassionata tendenza a restare insieme perché mai saremo uguali. Ci cerchiamo e cerchiamo luoghi appartati e intimi dove stringerci: tanto l’uno non potrà mai più perdersi nell’altro. L’amore egoistico per la nostra casuale unicità ha fatto tutto questo possibile. Avere a cuore i nostri cuori singolari, amare i contorni delle cose, mettere in poesia resiliente la netta rivendicazione della differenza che ci fa essere in due.

Il tempo insieme è ciò di cui non si può parlare. L’umano sentimento è il discorso intimo e nomade lungo i confini di una irriducibilità. Il pensiero preverbale resterà sempre indicibile. Ed io ho bisogno di te perché penso che sia in te, che sei di natura tanto diversa da me, quel mio pensiero. E questo voglio dire quando dico che ti amo. Che tu sei il corpo evidente di pensieri miei che si sottraggono ad una narrazione. Ma restano. Non tradiscono mai la presenza con l’assenza.

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