presupposti


Devo ripetere. Per me ripetere è sussurrare tra gli angoli della stanza i frammenti dei suoni mentali cui facevo riferimento tempo fa. Devo fare la ricerca scientifica sulla malattia mentale rischiando la salute mentale. Ci sono appunti sulla forma del pensiero freudiano e la sua limitatezza e la sua sostanziale incoerenza che forse ho già messo tra più di mille articoli. Ma non sono sicuro. D’altra parte non mi va di rileggere e cercare. Così rischio di ripetere cose dette. Anche se ripetendo le cose dette in passato mi dico che forse tu non avevi sentito e allora ripetere servirà. E poi, se ripeto le frasi scritte e tu alla fine rispondi, la tua rassicurazione che c’eri e ascoltavi, e ci sei e ascolti di nuovo, ferma il declino della voglia di comunicare e rassicura e tutto questo prima che sia troppo tardi. (Perché c’è il troppo tardi a volte..). Avevo scritto questi interrogativi retorici: “Non è, la pazzia, l’opposto dell’essenza umana? Non è per questa certezza di una natura opposta alla pazzia che ad essa si cerca una cura e un rimedio? Se, al contrario, fosse irrimediabile la distorsione neonatale dell’antropologia freudiana, potrebbe mai prendere vita il pensiero di una differente natura e l’ipotesi del meglio dentro la polpa di un frutto talmente guasto? Una lesione originaria si rifletterebbe irreparabilmente come un ombra sul dopo. Deve essere la biologia che ha pronta una popolazione neuronale disposta secondo connessioni capaci di disponibilità ad alternative differenti dai presupposti.”

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