quasi tu


almost blue/ almost you


Posted By on Nov 6, 2014

"LA DONNA NASCOSTA NEL COTONE"

“LA DONNA NASCOSTA NEL COTONE”

“La scienza continua a proporsi pensieri sulle ipotesi che possano avere esistenza realtà non ammissibili nello schema teorico a noi noto.” La guarigione degli stati gravi di patologia è il campo di cotone che si tende a perdita d’occhio dalla linea della strada di polvere fino alla linea del cielo. La linea della strada è sotto alle mie scarpe sgangherate. L’altra, infinitamente lontana è più o meno all’altezza del mio ombelico. La scrittura realizza la geometria di piani perpendicolari e obliqui incidenti gli uni sugli altri e rette parallele o convergenti in accordo con l’illusione prospettica. La precisione linguistica è la ghigliottina per decapitare il re. L’amore per il linguaggio sostiene la passione delle interpretazioni durante la ricerca del sentiero senza fine. Attraversa tratti differenti. Procedendo misuriamo. L’incremento del numero non è ovviamente direttamente proporzionale alla distanza. Ci sono curve e giravolte. Cambi poco significativi sono inganni. I sorrisi pieni di invidia. I grandi numeri: idee di cui non si riesce a rappresentare la dimensione corrispondente. Così ho disegnato il campo di cotone. Infiniti piccoli segni per tenere insieme senza superbia e confusione inchiostro di cifre scritte. Ora il colpo d’occhio davanti al campo di cotone è impareggiabile. Nel campo una idea differente, la capacità di immaginarti. “Almost Blue, Almost You”. Ti ho messo la canzone. Perché tu capisca che per amarti devo farti differente, sfumare il tuo volto. Sei il sogno di uno schiavo. Pensato ogni volta al cospetto del lavoro. Che avranno visto in mezzo al campo mosso dal vento? Una donna, dico io. Poi senti che si alzano le voci di quelle femmine scure che lavorano invisibili tra gli steli secchi e taglienti come rasoi. Salgono dal mantello bianco del campo. Gli schiavi si disperano di fatica e gioiscono di bellezza piangendo e cantando. Il cotone ha il bagliore dei loro sorrisi rassegnati. A volte smarriscono la rabbia. La voce delle donne precede la pesatura dei sacchi. Mille libbre. Pensieri su ipotesi di esistenza di realtà non ammissibili negli schemi a noi conosciuti. La cura della pazzia. La restituzione di ‘qualcosa’ come un diritto sottratto. La chirurgia delle offese. Si deve riconciliarsi al passato per poi andar via. La rabbia è il filo di cotone oramai tessuto che farà sempre la camicia di forza dell’abitudine. L’amore della vita il campo a perdita d’occhio. Il padrone è naufragato nel Mar Bianco. Il giorno tessuto coi fili di voce da rabbia è diventato cielo. “Almost Blu” il colore della tristezza che poi qualcuno avrebbe modulato. Gli avverbi suadenti sono ipotesi. Quanti di luce e suono. La voce durante la terapia può ricostruire le mattine di uno schiavo. E ricrearne l’assurdo sorriso, la mattina, al campo di cotone. Tra lo spumeggiare del cotone sugli steli e il blues che sale.

 

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