ricerca e vita quotidiana


ricerca e vita quotidiana


Posted By on Lug 27, 2014

Scorrono al mattino nella testa i suoni della lettrice di un podcast di storia medievale, precisamente la questione islamica, la cultura, la tolleranza, la grande saggezza del monoteismo orientale e i terribili modi occidentali: cattiverie, infamie, furberie, atrocità. Nella testa, luogo anatomico della mente, si generano rimpianto e amarezza per come il peggio abbia prevalso sul senno d’Arabia e di come dunque, a causa di questa prevalenza, poi sono andate le cose: la sconfitta dell’intelligenza, l’umiliazione della disponibilità…

Intanto svegliandomi del tutto al ronzare della voce che avevo attivato qualche ora fa e che mi accompagna, ora che la coscienza ritorna, in qualche modo so che è domenica anche se le tapparelle sono abbassate e fanno la neutralità del buio che era stato disposto per dormire ieri notte, per far durare il sonno oltre la luce che arriva presto in luglio. Si sa subito che giorno è ogni giorno. Memoria a stato solido la nostra. Non seriale. Memoria di circuiti paralleli per cui possiamo pensare tante cose tutte insieme. Non è neutralità perché sono tutte insieme con prevalenze, fluttuazioni e ridondanze, vortici di seta, volute nuvolose, nembi di eroi di acciaio in picchiata, arbitrarietà d’amori.

Arriva, insieme a questo caotico risveglio, mentre le piante dei piedi corrono sulle tibie alternativamente ad attivare la circolazione assopita, la voce di donna che annuncia che la bambina ha la febbre e ‘senti anche tu’, ed ‘è domenica’ penso alzandomi per seguire la mia sirena scalza, e anche penso che seguo una sirena ed è domenica e che al mare certamente anche se è festa non si andrà, e penso contemporaneamente, per consolarmi (anche questo penso, mentre mi sto consolando, che mi sto consolando un poco) che tanto le previsioni erano che sarebbe piovuto e, in un non del tutto sincero proposito di temperante generosità, mi dico che comunque ‘non importa la salute delle piccole ha la precedenza’.

Ha l’assetto di un pensiero conclusivo, che ferma il convoglio delle riflessioni. Domenica mattina, giù dai lenzuoli puliti come lo schermo del cinema didattico dopo la proiezione del film sull’Islam nel mediterraneo tra il nono e il decimo secolo: mercati, culture e organizzazione sociale sulle rive del mediterraneo, ed io già appoggio le labbra alla fronte della piccola di quasi due anni e certo pare proprio che si, che comunque domenica o no la febbre ce l’ha ed ecco svelato come è che da ieri (o anche ieri l’altro) non è lei, come si dice, che è, come si dice, ‘nervosa’. Bella e impossibile.

Nella testa spettinata di stamattina tutti i pensieri del mondo si muovevano il sapere di sempre che aumenta ogni giorno e l’amore solito che dura e sembra non cambiare mai per le persone vicine che pure non devono far nulla di insolito per essere amate, non forniscono motivi eppure ci sono legato e ora penso che forse si impara ad amare e poi una volta imparato vuol dir che siamo cambiati, abbastanza almeno da non cogliere alcun motivo per tornare a prima, quando quelle persone non c’erano ancora. È un pensiero semplice, senza enfasi, non ha nulla di appassionato, è più una certezza come di una scoperta, un’evidenza che si mostra. La pietra liscia sotto il pelo dell’acqua del fiume che si vede dall’alto.

La ricerca sulle strutture del pensiero e sui suoi mutamenti scivola via mentre si succedono le ore della colazione poi della spesa al supermercato e poi nella rincorsa dei carrelli attraverso i banchi dei biscotti del latte. I carrelli a scontro dove le ragazzine vengono issate perché restino quiete, se possibile, quando dovremo ignorare certe richieste. Si dovrebbe farlo sapientemente per via che dovremmo essere oramai capaci del rifiuto, come si dice da anni nella ricerca.

Qualcosa pare di aver saputo realizzare: e le ore scivolano nonostante la noia di restare in casa oggi che è domenica d’estate e tutti sono sul mare e noi siamo rimasti nel silenzio cittadino. Ci si guarda come ballare al suono delle formule ripetute: ‘la felicità va costruita e non è un caso’. Ma ci si chiede sempre quanto sia solida questa nostra realtà e se un nonnulla non potrebbe, come capita a tutti, farci arrabbiare e perdere la pazienza. Interroghiamo in proposito la nostra intima identità. Per la via degli articoli di elettronica di consumo ci interroghiamo assumendo posture distratte di fronte al banco degli smartphone. E sul lungomare del pesce fresco. E nella piazza delle schiacce profumate di noci, basilico, aglio, pomodori.

Così procede la fusione tra la psichiatria e la vita quotidiana. Non possono più stare lontane, ora che una febbre transitoria, una fronte che scotta, ha assunto la rilevanza di un ‘no’ che la scienza medica della prevenzione impone al programma di una giornata di sole da rinviare.

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