rivokuzioni


Mi chiedo se sia possibile formulare una ipotesi e poi riposare.

Riposare fidando in una auto/medicazione.

Durante il riposo.

Le qualità nutrienti del pensiero che aveva formulato l’ipotesi si diffondono su noi.

Premiano il lavoro della fantasia.

Il sonno felice.

Ingenua (incosciente) riflessione su un giorno superfluo.

Gli studi di neuro/fisio/psicologia confermano.

Il sonno dei giusti è il solo efficace.

Neanche fossero la Bibbia: il tipo peggiore di sonno è quello dei disonesti.

(Anche, purtroppo, degli afflitti da sensi di colpa immotivati).

Leggo che secondo Lessing ‘..la ricerca della verità è più preziosa del suo possesso’.

Una frase inutile.

Un invito onesto alla rinuncia del possesso definitivo.

Il buon riposo.

L’onestà è intelligenza.

Confida nelle conseguenze di azioni che non portano nulla.

Solo -eventualmente- convergenti su mete condivise con amori sconosciuti.

Che ci navigano lontani.

Amori di cui possiamo rifocillarci.

Alla lunga.

Alla distanza.

Misteriosamente.

Ci assecondano e ci legittimano.

Esistono tangenti di quiete alle curve di deriva dei viaggi lunghi.

Sogni insoliti durante le traversate.

Il corpo in equilibrio su un filo.

Un capo legato oltremare.

Il pensiero del domani è vago.

Le onde non mostrano la mappa delle terre emerse.

Il giorno di un viaggio non ha alcun margine.

Aspetta.

Tenuto dal sonno da cui la coscienza si alza la mattina.

La vita vigile ha memoria del riposo.

Protegge la vitalità.

La perdita della vitalità è fatale.

Si muore a causa del disordine della termoregolazione.

La vitalità ci porta nel buio.

Ci fa chiudere gli occhi per dormire.

Senza la vitalità il buio è una cosa che arriva.

Impossibile a credere.

Allora, non si sa come, la vitalità ci fa chiudere gli occhi.

Fa sparire la coscienza.

Un tuffo ci evita di morire di terrore.

È così da sempre.

Da che abbiamo memoria di noi.

Il sonno è coraggio che ci nasconde le cose.

Il risveglio è meno vitale.

Porta il movimento.

Per periodi brevi.

Segmenti spezzati di veglia.

La coscienza vigile debole com’è deve sempre riposare.

Il sonno aspetta sempre.

Potente.

Sicuro.

E noi torniamo sempre.

Pensiero e raggiungimento sono sulla strada.

La strada è chiara.

Consapevolezza.

Coscienza.

La strada è un segmento spezzato.

Una scrittura di chiaro e scuro.

Ombre e luci sotto la dittatura del sole.

Il corpo ha la vitalità per non cedere alla ripetizione della natura.

Si addormenta e sarebbe meglio che non lo facesse.

Si sveglia e potrebbe continuare a disconoscere la freddezza del mondo.

Dicono: la fame.

Ma l’urgenza deve essere un’altra.

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