Simon & Garfunkel


bridge over troubled water

bridge over troubled water

Ai problemi si può dare costante espressione ma non fornire soluzioni definitive.

Nella corrente turbinosa del fiume la febbre cerebrale ottocentesca è una buona approssimazione per dire del turbinoso accavallarsi di domande sempre nuove.

         “…..like a Bridge over troubled Water…..”

Il ribollire delle passioni cominciava presto, allora, a causa della brevità dell’educazione. Che iniziava subito e si concludeva a dieci anni. E poi si era grandi. Cosicché in quei giovanissimi uomini e donne dominati dalla sproporzione fermentava inarrestabile una giungla biologica di sentimenti senza nome.

Il pensiero era ‘naturalmente’ dramma e tragedia. La scrittura corrispondeva con superlativa esattezza ai luoghi estremi che quotidianamente l’animo traversava. E maturando e invecchiando gli uomini non potevano certo acquisire un parsimonioso pensare perchè esso non corrispondeva a niente che fosse nel mondo.

Anche adesso, sbucato fuori dalla biologia, il pensiero pratica aree dove non può spingersi la stagnazione dell’illuminismo. Perché in noi l’origine continua ad esistere senza pretesa di risposte.

Se si vive esprimendo un’interiorità appassionata, nominando via via, in frasi geroglifiche, i segni indelebili della memoria fisica dei primi istanti, è perché essi tornano sempre: sul limitare della generazione di ogni nuova consapevolezza.

Inconscia e insistente è la loro spinta.

Altrove, dove si è affermata la rassegnazione pestifera delle ideologie scientiste, le mappe del ricordo tragico vengono mitigate con promesse di sorprese turistiche.

Visitammo numerose città e altri agglomerati dove la tragedia va in scena in teatri, auditorium, cattedrali e altri luoghi a liturgia circoscritta.

Si va dicendo con solido realismo che un certo pensiero sia un eccesso e una scorrettezza. In qualche modo una minoranza ha preso il potere di codificare e recludere. (sic!)

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