Vengo a cercarti nelle profondità del mio stesso passato, dove vivi. Sempre più spesso ti vengo accanto in quei campi e in quelle spiagge che amavi: che io ora amo solo per quello.
Ora non potrei vivere se non venissi nella profondità luminosa di quelle spiagge e quei campi.
Ma che tempo è questo in cui con te di fronte a me vengo là dove evidentemente non sei più dove però sono le radici di questo legame con te?
Tu sei protesa in avanti e velocemente ti allontani da me perché intanto io arretro fin dove origina la potenza che possiedo a partire da allora
È, questo legame, una fibra tendinea madreperlacea che stira l’amore fino all’inverosimile. Unisce due capi della mia vita molto distanti tra loro e mi infligge un dolore acutissimo.
Quelle fitte lancinanti spiegherebbero, a chi potesse supporne l’esistenza, il perché io preferisca restare in silenzio di fronte a certe affermazioni conclusive di psicologia umana.
Sono diventate insopportabili leziosità le garanzie che molti pretendono di fornirci riguardo all’avvenire.
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