umiliazioni


grecia geografica

grecia geografica

Umiliare un popolo. Difficile pensare alla cosa che spinge a farlo senza un motivo ragionevole. Realtà fisica non è immediatamente biologia dell’utilitarismo agonistico, penso. Lo hanno detto sempre ma nessuno sa perché. Si saranno trovati sotto i temporali in distese desolate e troppo pochi alberi, penso. Quando dico che ‘penso’ queste cose credo si tratti solo di esprimere un’impazienza. Che si tratti inoltre di non contentarmi dell’impazienza e che pensare è gridare e protestare e non riuscire a provare alcuna confidenza con la mente di chi umilia gratuitamente un intero popolo e lo fa sul palcoscenico del mondo. E il ‘mondo’ non protesta e sorride pazientando: ma non ne verrà niente di buono e sbagliano a pazientare: penso che forse è capitato qualcosa nella (struttura) fisica alla base del pensiero che ha cambiato l’estensione delle aree di plausibilità e questo ‘qualcosa’ che è capitato ad alcuni non è capitato ad altri e che questo ci rende differenti: loro che umiliano un popolo e me che non ‘capisco’ e sono felice di non capire anche se sto male nell’assistere impotente a quella umiliazione. Parlare di natura fisica alla base del pensiero non è immediatamente cadere nella biologia dell’utiltarismo agonistico: la natura fisica del pensiero non è piatta sovrapposizione dei procedimenti psichici ai meccanismi lineari di ‘causa/effetto’. Mi rifugio in frasi più levigate che sia possibile come se ‘esser liscio’ fosse essere ‘adatto’ all’esigenza umana e ‘sicuro giacere’. O perché vedo bene che una frase è un ‘masso ampio e pulito’ su cui stendersi e riposare o dormire. Però poi lo stesso arriva un incubo del tipo che si è inseguiti da nemici invisibili e pieni di cattive intenzioni: hanno sempre pensato che la natura fisica si esprima soltanto come finalismo biologico. Non capisco perché tutti siano persuasi che il termine ‘fisico’ voglia significare ‘meccanico’. Le due parole non hanno lo stesso suono.

Read More