vampiri


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” Per Me Solo Un Bicchiere Di Latte.. Grazie !! “
©claudiobadii
per
OPERAPRIMA
L’umanità ha progettato e costruito in stato di ebbrezza. Non c’è stato mai un periodo davvero sobrio nei millenni. Quello che contava era notturno e confuso. L’ombra dell’aurora ha condotto gli eserciti in battaglia, e l’epilessia dei generali ha preso il sopravvento. Azioni impulsive sono poi state ordinate in schemi strategici. Ma le vedette e i messaggeri sono stati sempre in ritardo, cosicché il dio degli eserciti fu sempre la casualità. Però la storia ha fatto da sartoria e ha cucito divise da ufficiale ai senza casa e ai giocatori d’azzardo. Se fu per la sopravvivenza non fu democratico. Ripenso alla quiete e al sonno. Al ricordo del sogno e alla scrittura. Non siamo una specie mattiniera. In principio è la ricerca della quiete e del sonno. Però è vero che c’è una specie nella specie: i poeti (essi sono chiamati vampiri). L’aglio sulla porta è il sole temutissimo. Dei vampiri è l’amore eterno. Non degli dei. Il mistico, il poeta insonne, ha sacrificato il sesso alla visione. Il vampiro (il poeta) ha il sesso che nasce da una intuizione lacerante: poi per sempre, urla mordendo. Non dovremmo accettare supinamente che sia una stortura biologica e morale, che sia un errore. D’altra parte dovremmo invece comprendere per quale strano motivo i poeti (i vampiri) piacciono: credo che sia per una loro ‘pulizia’. Sono assai più democratici di chiunque altro che proclama la propria democraticità, poiché sanno che il sole è la vita e che la vita è fatale. Noi diciamo invece che essa è letale un solo ultimo giorno. Per i vampiri (i poeti) la democrazia è ogni giorno ed ogni giorno si morirà. Così all’alba si ritirano nel sonno. Noi ricordiamo il sogno. I vampiri lo interpretano e svegliandosi si seppelliscono nella realtà del corpo, che noi teniamo desto anche se irrimediabilmente esso, il nostro corpo, nel risveglio e nella coscienza perde il coraggio. I loro corpi (dei poeti, oohh, insomma!! … dei vampiri) sapienti ed immortali, hanno eroicamente perduto la vitalità per essere all’altezza della comprensione della vita quotidiana. Ardendo al sole ci mandano a dire che anche noi siamo bruciati senza saperlo. Ora potrei pensare e suggerire, in base alle più recenti scoperte sulla vitalità e la nascita, che la nostra vita vigile potrebbe realizzarsi come sonnambulismo grazie alla vitalità, se rinunciassimo, nella ricerca, alla dicotomia assoluta tra coscienza e inconscio: ed accettassimo la funzione della fisica biologica come costante avvenire di probabilità non incoerenti. Ma a causa dell’annullamento che la cultura ufficiale ha attivamente operato contro tali recenti scoperte (sulla vitalità e la nascita del pensiero alla nascita), mentre il vampiro rinuncia al giorno e dorme nella bara, noi al risveglio, senza accorgercene come detto, veniamo combusti subito dalla nostalgia del giorno prima, che ci rende impossibile comprendere l’affetto dei sogni. All’inizio, cioè alla base, ci fu la ricerca della quiete per dormire e dell’ombra dal sole per svegliarci senza eccesso di stimoli: e questo è stato prima della divisione della popolazione mondiale tra poeti e normali. Ora, da quella divisione tra vampiri e noi, continuiamo ad andar fieri della ragione: ma poi che ne fu della nostra sobrietà? Quasi tutto fu deciso nel vino dei banchetti, e tutto sempre si è stabilito alle mense reali e durante il rancio avvinazzato delle mense da campo: storditi, si stabilì che gli eserciti e i parlamenti fossero fatti di soldati storditi e di storditi e stonati rappresentanti del popolo. Si deve essere storditi perché altrimenti la vitalità conservata non sarebbe andata a morire, non avrebbe autorizzato il disinteresse di parlamentari e rappresentanti distolti gli occhi da chi andava a morire ebbro. D’altra parte non si vince con i vampiri: il vampiro (il poeta) intuisce la vitalità e scrive, ma non scrive della vitalità, perché non ha la vitalità. Scrive di un altro mondo. Incapace di nominare la vitalità, poiché non la conosce, aliena da sé la base materiale fisiologica del pensiero creativo e poi, a causa di questo, non ha la capacità di opporsi alla lucidità col sentimento. Non è (ancora definitivamente) umano. Somiglia allo scienziato dei sogni che vede tutto secondo i regni incommensurabili di coscienza e inconscio. Non pare sapere di più, aver necessità di qualcosa di meglio. Non sa, non ha mai realizzato, che il pensiero è coscienza legata alla biologia della funzione. Non sa che il pensiero alle sue propaggini originarie, dove zampilla da una attività di biologia sana, non è ancora, non può essere, narrazione di una vicenda inconscia. Il pensiero umano fisiologico è differente e del tutto opposto dal pensiero che crea l’idea del vampiro: non è l’espressione di un materialismo dialettico in un corpo ideale asensoriale.
“Per me solo un bicchiere di latte.. grazie!”
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