il mare violetto d’agosto

Posted By claudiobadii on Ago 17, 2017 |


Mi sei stata tramandata come un impero da comandare un po’ per grazia di dio, che sarebbe come dire una parte di genetica, e per il resto per volontà di una nazione cioè, esaurendo l’analogia, in accordo con la cultura dei nostri tempi irruenti. Si tramandano le relazioni? Gli accordi d’amore? Si tramandano come una tradizione alle successioni nei mestieri e nel comando i legami tra donne uomini e mondo? Non so, forse, dicono i tuoi occhi violetti inquieti quasi sempre obliqui e mai, però, se mi chiami ché in quei casi mi inseguono insieme alla voce che pronuncia il mio nome finché mi giro verso di loro e, fermo, ascolto il nuovo comando e la lista dei desideri. L’impero dei sensi miei si concentra in quei rari momenti e per il resto lo scrivere è pienare il tempo e il vivere tacere esule libertà mesta spavalderia sottoproletaria. Il viola conosco impero e cultura: così l’iride decide la spartizione del tempo e dei poteri. Oggi che sul mare viola urla il vento occhieggia il riflesso dentro me di te che chiami. Il giorno tramanda di noi frammenti di suono. Nella regressione alla nascita il mare spadroneggia.