Gradazioni di vitalità – A.S. Byatt


“ Gradazioni di vitalità “ A.S. Byatt

(pagina 5): “ C’è un momento significativo – una sorta di rito di passaggio – nella vita di ogni scrittore, ed è quando lei o lui si rende conto che i personaggi sono fatti di parole. I singoli personaggi sono parte di un tessuto di parole, simile ad un arazzo,, e le parole che creano le diverse persone sono connesse alla trama di tutte le altre parole. Le parole di un libro sono quelle disponibili nell’epoca in cui viene scritto, allo stesso modo in cui un tessitore si limita alle tinte, e perfino alle idee sulle sembianze umane e animali e vegetali in uso nella sua epoca. In questo saggio intendo. Intendo discutere la complessità di ciò che i bambini, e anche Virginia Woolf, chiamano ‘fabbricare persone’. E intendo discuterne analizzando come, nella storia del romanzo, i comportamenti di tali persone siano cambiati rispetto al libro sacro, la bibbia cristiana, con le sue persone e le sue idee di ciò che un essere umano è e dovrebbe essere. IL Vangelo di Giovanni vede l’incarnazione come il Verbo fatto Carne. Ogni personaggio è carne fatta parole: un essere umano immaginato nel corpo e nella mente dello scrittore, quindi messo in parole che vengono poi intessute nell’arazzo del testo, che include sia modelli verbali attinti al patrimonio di metafore e idee dello scrittore, sia modelli che lui o lei assorbe, più o meno consapevolmente, dalla cultura che li circonda. E la cultura in Europa, fino a tempi molto recenti, era cristiana, anche per i non credenti.