paul eluard


paul eluard

“Nuda dissolta assonnata
Rara sublime solitaria
Profonda obliqua mattutina
Fresca cangiante scapigliata
Vivida prima sovrana
Leziosa vivace animata
Dorata rosa viola
Disinvolta vara vaga
Naturale alzata stesa
Serrata aperta raccolta
Irraggiante discordante
Zingara ironica maga
Scintillante somigliante
Sola segreta sotterranea
Cieca rude disastrosa
Arborea erbosa insanguinata
(…………………………………….) ”
Cito questa raccolta per segnalare d’averla amata. Tuttavia….non so com’è che mi sia parsa bellissima anni fa. Non lo è, bella. Poesia impegnata, sfarzo di leggerezze imperdonabili. Linguaggio lezioso di un’Europa -allora come adesso- pensosa e arrogante nella autoconsapevolezza del proprio valore poetico. Sempre certa d’essere amabile a origliare dalla sacrestia dei partiti ‘rivoluzionari’ si porta addosso l’odore di evocazioni letterarie che nominano la donna Poi si dovrebbe andare a vedere quanto tempo dovette (…dovrà) passare ancora affinché il piumone soffocante dell’allusione poetica si sollevasse (…possa sollevarsi) e consentire finalmente una ricerca sul rapporto donna-uomo e su un linguaggio nuovo che si opponga, impoetico, al manierismo linguistico alla poesia-non-poesia. Sic!