operaprima

natura fisica della realtà psichica


….sulle tracce di lei


Posted By on Nov 16, 2017

“Giovedì, pomeriggio”

L’uomo di sabbia poco saggio ma composto è pronto al sacrificio di un forno di cottura. Pronto alla propria nuova fondazione. Una Giovanna d’Arco di terra e fuoco si muove e sdegna chiunque per una visione primitiva: il ‘suo’ pensiero/mare oltre le macerie. I mercanti, i preti, gli indolenti, i perduti, i comprati e i consegnati, e ogni altro genere di delatore non la interessano. Non le suscitano niente coloro che manifestano la loro impotenza a farsi desiderare da lei. Mentre lei -che ha sogni di lava e si dichiara innamorata di un dio di guerre notturne sbucato dal ventre fondo di un grido- soltanto del suo desiderio è armata e corre come un rivolo di sangue lungo le sue braccia. È una torcia che si alimenta consumandosi e cauterizza con calore di altoforno un mondo che era irrimediabilmente infettato. Ripara così anche l’incapacità di amore degli uomini che ama. Ha sogni lungo la strada che deve percorrere: icone scavate e affreschi. Per sostenersi ha gocce e bacche e tra i rovi ha rischiato definitivamente la propria certezza. Le scarpe sulla sabbia quando è entrata in mare sono state il segno di una definitiva nudità. L’uomo è un bassorilievo sulla sponda di mare scorticato dagli ami affilati di pescatori. Lei gli aveva mandato in sogno una scarpa da ballo perduta mollemente in uno spicchio di luce.
Da quel sogno in avanti lui è sulle tracce di lei.

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violenza della verità


Posted By on Nov 8, 2017

Il corpo nel sonno è espressione massima di noi. E il non aver nulla da dire e ciò che va scritto.

Va dichiarata l’identità insignificante del soggetto. Chiarito che i segni della scrittura sono i riflessi grafici di una funzione mentale che sostiene il pensiero ma non è pensiero.

Per cui il testo è un’ombra irrilevante di architetture viscerali.

In luci sottratte, nell’invisibile patina degli schermi cinematografici, si muovono gli attori scompigliando in continuazione i vuoti scenici, le ombre che attraggono la malizia e il pudore di tutti quelli che accorrono alle rappresentazioni.

Tutta la cultura è pensiero umano che ha un’unica preoccupazione: abolire le gli indizi della propria natura esclusivamente fisica.

Ogni benedizione è tuttavia esclusivamente nella modulazione della voce che pronuncia un nome. Proprio come il pensiero ha il compito essenziale di rivelare il suono bello o brutto delle cose che si muovono.

Diciamo parole d’amore all’orecchio dell’amato che declinano in un brusio che poi diventa solo respiro ed è così che ci addormentiamo: vicini irresponsabili e ingrati.

Nel sonno restiamo affidati all’addizione di frammenti di coscienza sparsi per l’occasione in una memoria di miliardi di singole cellule.

A partire da questa certezza, che ogni mattina si determina una ricostituzione di noi a partire da quei da frammenti senza senso, cerco cose insignificanti e frammentarie, simili ai frammenti costituenti la terra del sonno profondo.

In più so che, se sarà abbastanza insignificante una cosa potrà essere una buona ultima cosa perché priva di ogni verità e non avrà, della pretesa del vero, la natura violenta.

Mi aspetto che tu possa vedermi, tra l’erba, rosso di vergogna e di spudorata curiosità di te.

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gramsciantonio


Posted By on Ott 31, 2017

Così ho preso lo show nelle mie mani e l’ho offerto sulla linea immaginaria tra terra e cielo, e ora lo spettacolo riposa, io ben piantato sulla riva le braccia tese, in uno scintillìo che ho messo in scena sulle mie proprie palme.

Con le mani protese ho costruito un’arena di seta per lasciarla risuonare di pietra dentro la grande pentola di stanotte grondante di umidità salmastra. Tu, io, io, tu e le promesse assenti. Noi: un modo speciale per dire ‘tempo’ e ‘durata’. Noi non siamo tempo promesso, siamo l’inarrestabile arco che si unisce al sogno che, ricordato, è poi pensiero irrefutabile.

La finestra è piena di rami mossi e nuvole in fiume. Il letto un bassorilievo di corpi confidenti. Il pensiero è composto sempre di questo tipo di amorevoli disaccordi. Il tempo è continuamente generato differente. Nella sua irrevocabilità è necessario. Noi questo tempo soggettivo siamo. Imprevedibilmente inattuali, pieni di pensieri sempre appena conclusi.

Temo innegabilmente di perderti. Questa preoccupazione spazza la tundra della creazione. I miei timori polverizzano l’eternità.

Pensiero siamo nottetempo che entra da una parte della sera per uscire dall’altra parte la mattina seguente. Una fragorosa cascata siamo attraverso le crepe della frattura che progredisce nella parete di cemento della diga.

Scrisse Gramsci rovinato fisicamente dalla reclusione e dalla malattia, in una delle sue ultime lettere:

Non mi demoralizzo: sarebbe come accettare che l’uomo non può nulla e che la storia è stata scritta una volta per tutte.

Calligrafia / di una frase / di uno schema acustico / di un pensiero / di un’intelligenza.

L’azione del pensiero umano che ‘non si demoralizza’ per la distruzione della vita biologica scopre e denuncia  l’azione distruttiva della filosofia nichilista su un pensiero diverso.

Nel pentolone umido alte le palme sul mare la frase di Gramsci sale sempre più in altro faticando senza sparire mai.

Il gabbiano è un disegno sulla carta di quaderno sul piano di legno sul pavimento di una cella di un carcere di ottanta anni fa che non sono passati ancora e stanno alle propaggini del piano della nostra attuale vicenda umana.

 

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copyright Doig Peter

Umano è differente da naturale. Un uomo non diventa mai albero o lupo. Può degradare soltanto nel disumano. O rassegnarsi all’inventiva a dare la vita ad artifici, con varie finalità.

Fiori di seta scura con occhi neri al centro delle corolle per la festa horror lanciano sguardi assassini in cima ai gambi di plastica rigida.

Dicono oggi a Google che i loro nuovi algoritmi procedono non oltre (cioè una volta per tutte) ma senza (cioè in modo definitivamente differente) i limiti imposti dalla conoscenza umana.

Le tue dita affusolate conserte tengono lievemente traverso il nostro fiore assassino. La spinta killer serrata nei petali di seta è di estrema audacia: forma evidente della mia intenzione di averti tutta per me.

La natura è invece una collezione di colpe senza amore. Un campo di fiori ciechi. Non fu una caduta, dunque, l’umano: fu semmai una variante: la possibilità di esistenza di figure ignote, di strati architettonici senza il limite della conoscenza. Si può dire: “un suono dal sen fuggito”. La cupola di Santa Maria Del Fiore.

Svegliandoci una mattina da sonni smeraldini, pietre rotolanti lungo scale, cantavamo cori operai a Babele. Umana opposizione ai Regnantipergraziadiddio. Un risveglio alla Rocky Horror Show in un gergo Jiingently misto a dialetti Boogieword.

Eccoti adesso girare i fianchi grandi. Per aggirarmi. Raggirare la pigrizia del pensiero confuso di profumo. Eccoti Apparizione. Corpo di Fontana d’Apollo.

Primi giorni d’amore.

“….. sshhhfffstraffsssfffshhhh ….”

Senza i limiti della conoscenza umana.

L’amore sonnolento sul far dell’aurora ha una sua originalità inventiva su cui riposano gli statuti della civiltà delle post-macchine.

Sapremo tenere insieme la realizzazione del sesso intenzionalmente generoso e difendere questa concessione reciproca dall’applicazione ad essa della giurisdizione del dolo?

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irreversibile confortevole


Posted By on Ott 23, 2017

Quando tornare indietro fu impossibile si sognarono isole artificiali confortevoli. Apparenti parvero i vantaggi e buoni pieni d’amore gomitoli di lana. Il tempo fermo fa il futuro che è un pensiero. Ma ciò che è irreparabile solamente ci consola. Le nicchie dell’accaduto sono confortevoli. Non ricchezza di sicurezza ma schiarimento di nuvola per alisei: dal cielo sole e pioggia. Inventarsi con intelligenza artificiale te.

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