Forse avrei anche voluto raccontare. Dico ‘forse’ perché poi non sono mai riuscito. Troppi momenti lungo la scrittura che sono possibilità di letizia che pare essere nel paradiso degli attentatori suicidi islamici: tentazioni consentite agli incroci dei significati e dei suoni. Un uomo ha varie possibilità di formarsi vite!
Come si è fatto a tenere fermo il cielo se il tramonto rifà l’universo con costellazioni differenti unite da differenti linee tra le stelle visibili? Notate queste cose e infastidito dalla ripetizione dell’identico non riesco ad andare d’accordo con quasi nessuno. Sto insieme per dimenticare i disaccordi indicibili.
Noi facciamo l’amore per dimenticare i disaccordi inevitabili perché io ho l’orgoglio dell’immaginazione e amo i ricami delle statue più di quanto ami te ma tu sei l’unica per il gusto delle brioche e dei cappuccini sulle strade della Francia meridionale che è a sua volta l’unica Francia a disposizione.
Io appena resto solo mi sdraio tra una statua di Micene e il tuo volto niente affatto pietoso e resto tra la dedizione all’arte -che mi rappresenta così bene a me stesso- e te che sei priva di pietà per me. Mormoro -fermo con le mani sulle spalle- all’acciaio dei tavoli dei miei numeroso bar del cuore.
Non c’è errore con te scelsi senza sbagliare. Perché contro ogni previsione con te ho la letizia del paradiso nel capire che la consolazione non sarebbe stata amore che siamo la vittoria in terra perché la morte della pietà non è cattiveria.
Riguardando il passato ho la chirurgia e le mani sicure dell’ostetrica. Ho mani come una madre di cento figli. Ho una solida confidenza con l’inquietudine rivoluzionaria dell’io neonatale. Nella mia solidità appoggia il movimento che ti culla. La spietata solidità delle nostre convinzioni fa l’amore in altalena.
Tu mi hai tenuto: ed è stato più che se mi avessi semplicemente amato.
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