amateurs


delizie del paradiso


Posted By on Mar 6, 2013

tutti i diritti riservati Sergio Gigante

tutti i diritti riservati Sergio Gigante

 

Forse avrei anche voluto raccontare. Dico ‘forse’ perché poi non sono mai riuscito. Troppi momenti lungo la scrittura che sono possibilità di letizia che pare essere nel paradiso degli attentatori suicidi islamici: tentazioni consentite agli incroci dei significati e dei suoni. Un uomo ha varie possibilità di formarsi vite!

 

Come si è fatto a tenere fermo il cielo se il tramonto rifà l’universo con costellazioni differenti unite da differenti linee tra le stelle visibili? Notate queste cose e infastidito dalla ripetizione dell’identico non riesco ad andare d’accordo con quasi nessuno. Sto insieme per dimenticare i disaccordi indicibili.

 

Noi facciamo l’amore per dimenticare i disaccordi inevitabili perché io ho l’orgoglio dell’immaginazione e amo i ricami delle statue più di quanto ami te ma tu sei l’unica per il gusto delle brioche e dei cappuccini sulle strade della Francia meridionale che è a sua volta l’unica Francia a disposizione.

 

Io appena resto solo mi sdraio tra una statua di Micene e il tuo volto niente affatto pietoso e resto tra la dedizione all’arte -che mi rappresenta così bene a me stesso- e te che sei priva di pietà per me. Mormoro -fermo con le mani sulle spalle- all’acciaio dei tavoli dei miei numeroso bar del cuore.

 

Non c’è errore con te scelsi senza sbagliare. Perché contro ogni previsione con te ho la letizia del paradiso nel capire che la consolazione non sarebbe stata amore che siamo la vittoria in terra perché la morte della pietà non è cattiveria.

 

Riguardando il passato ho la chirurgia e le mani sicure dell’ostetrica. Ho mani come una madre di cento figli. Ho una solida confidenza con l’inquietudine rivoluzionaria dell’io neonatale. Nella mia solidità appoggia il movimento che ti culla. La spietata solidità delle nostre convinzioni fa l’amore in altalena.

 

Tu mi hai tenuto: ed è stato più che se mi avessi semplicemente amato.

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camera oscura


Posted By on Dic 30, 2012

foto di Mario Giacomelli

foto di Mario Giacomelli

 

trascorreva ore nella camera oscura per ottenere le alterazioni che facessero giustizia: l’idea della realtà metteva a posto le cose della mente

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roba da non credere


Posted By on Dic 30, 2012

foto di Mario Giacomelli

foto di Mario Giacomelli

 

fuori dalle mura in periferia una volta si vinceva il razzismo giocando insieme poveri  ricchi, roba da non credere..

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inesteso


Posted By on Dic 9, 2012

Siccome hai detto “sei l’amore” ho messo radici. Sono affondate su verso l’arancione attraverso gli strati esterni delle nuvole fino alla stratosfera ed eccomi a vagare con le chiome che spiovono sulle montagne. Gli olivi fanno giardini. Noi dei territori occupati leggiamo il “Faust” e “Il Maestro e Margherita” per approfondire perchè la morale diabolica sia sempre grottesca. Ti scrivo non foss’altro per schiamazzare sui fogli. Razzolo nell’orto. Per giorni interi salgo fin quassù con l’asino. Perché qui il regno inizia sulla soglia e questo dimostra che la sanità deve stare nell’origine e poi svolgersi. Sull’asino senza una sella si sfiora continuamente il ridicolo. Questo mi fa venire in mente che la vera violenza dei poteri forti è esporre al ridicolo chiunque decidano di esporre al ridicolo: non ti pare? Questo grigio è l’immagine della nascita quando l’infinito è l’inesteso e l’immagine è una struggente finzione e il pensiero è la certezza di te. Per darti un’idea ho fotografato il cielo con le bandiere.

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