nati due volte


"LE BUGIE"

“LE BUGIE”

Bisogna creare un legame profondo. Se ne va un sacco di tempo in questo impegno. Ci va un sacco di lavoro cosciente. Una ferma intenzione come una mano afferra il volante e guida, attraverso snodi ingranaggi moltiplicatori e catene e cremagliere e volani. Si segue la linea di comando. C’è una gerarchia precisa negli apparati di trasmissione. Mi sono dovuto fermare al calore sviluppato, alla grana delle superfici in contatto. Al limite della natura dolce o dura dei materiali e della grana diversa di ferro acciaio e carbonio dei componenti comincia la poesia. Lo smarrimento del controllo. Dico legame profondo. Un rapporto di grande forza ha potere reciproco. Nel setting nessuno può chiamarsi fuori dal rapporto. Non ci sono spettatori, osservatori neutrali. Trascorriamo le notti. Trascorsero notti. Leggevamo. Ora non più a leggere apprendo. Adesso che il fuoco metallico, come dicevo, sale e fa volare le scintille dalle punte delle dita e le braccia e da tutta la muscolatura delle gambe allenate: adesso non più leggendo posso imparare qualcosa. La certezza della neutralità impossibile si è presa i pensieri. A dire il sospetto: è amore non proprio giovanile. È coniugazione di risveglio e pensieri che volano attraverso gli spiragli inondati di luce. Dal giardino entra l’intelligenza di base. I fiori e le voci. Un’opera chiara leggera. Insieme i tratti dello stupore mi consegnano a te. La dedizione vince le resistenze. Come se soltanto adesso avessi la certezza di averle davvero vinte le tanto nominate e odiate resistenze. Per questo stringo tra le dita il fiore di semi. Le tante bugie bianche. Ascoltando recitazioni di romanzi e racconti e i colpi forti delle onde luminose agli scuri mi chiedo come potrò fare a giustificare il silenzio anche oggi. Questo filo che si stende dall’alba al tramonto. Un filo come se si sapesse ormai quello che c’era da sapere e il resto è un regalo. La forza dell’aria. Rinascere dal quadricipite del signore delle grotte. Le umide ombre delle muse e il coro della seconda nascita: silvana. Una capra delle scogliere. Questi pensieri ben netti al risveglio non sono sogni. Sono altro. Luci nitide nordiche. Zoccoli. Erbe salienti. Come idee di un vecchio per digerire coi chicchi di sale grosso i tuoi sguardi pieni di desiderio.

 

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