femminilità


il modo di amare è cambiato


Posted By on Feb 14, 2014

Stimolo aspecifico di un pacchetto discreto di energia. Venire alla luce. Essere nati. Improvvisi slanci delle braccia al cielo, la materia che diventa umanità. Saranno differenti la forza e la forma del disegno, un componimento come tema natale. Una volta era un sogno astrologico. Però non dipende dal cielo. È una composizione di finito e infinito col secondo che procede dal primo come da quasi niente al per sempre. O, per quello che è vero: da adesso alla fine. Nascita e compimento. Certezza di un pensiero non ancora cosciente. La coscienza non aggiungerà altro che il suono e il movimento articolati. Poi non finimmo più di parlare. Inutilmente, per un verso. Ma, per l’altro, inevitabilmente. La nostra natura è materia che genera umanità una volta sola e poi -per sempre- ricorda. E la fantasia ci leva, nel parlare, il bisogno di un senso. Al primo appuntamento non capii bene come fu che lei, idea quasi filosofica concepita dentro di me -forse allora avrei detto ‘desiderio’- diventò all’improvviso movimento e linguaggi. L’idea di essere insieme ampliava le basi empiriche della teoria adolescenziale in proposito alla natura speciale e misteriosa di quei fenomeni ineffabili che erano le ragazze. Agli appuntamenti si generava la possibilità di successivi episodi di ‘riconoscenza’. Quando con tremanti certezze esistevamo nell’universo compreso tra l’orologio quasi nuovo al polso e il caffè caldo e nero alla mano. Il cerchio del serpente attorno ai polsi. Il vuoto impossibile dell’attesa avvolgeva il profumo che ci avvolgeva. Penso alla ricerca di base. Portare la percezione cosciente della realtà esterna all’immagine mentale. Attualmente definita linguaggio del pensiero. Il modo di amare è cambiato. Forse è questo che chiamano accrescimento, sviluppo, maturità, conoscenza. È vivo silenzio, quest’oggi, l’amore possibile.

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Nero di seppia - genesi dell'immagine dalla figura. (-2)

Nero Di Seppia Genesi Dell’Immagine Dalla Figura Percio’ Detta File Numero -2
©claudiobadii
QUADERNI

Lo splendore di un riflesso sul mare manda lampi che tagliano viva la mente suscitando l’idea del suono della parola ‘luce’.

Dopo la poesia il pensiero umano differente ha il suo splendore reciproco a quello esterno e realizza che il riflesso conferisce alla luce di ‘andare’ e ‘tornare’. “La luce non è istantanea poiché ha una velocità” – diciamo immaginando – “qualcosa oltre la bellezza” . I bagliori di ieri quando i nostri piedi nudi guizzavano come pesci d’aria sopra i pesci guizzanti sotto il pelo dell’acqua del molo. E concludiamo che “Se la luce non è istantanea allora l’eternità non ha alcuna estensione.

La velocità della luce la rende una realtà fisica certa. Impedisce di pensare il senza tempo verso cui tutti dicono convergano le linee di sviluppo delle glorie e della miseria. L’entità di quella velocità ci tiene al mondo. Senso di andare e venire poiché andare e tornare dell’amore non è né mercedestino. Andare e venire l’inciampo dell’abbraccio e la scoperta d’uno zaino rosso sulle spalle di innamorata. Acquisisco poco a poco nel rapporto di quasi trenta anni una mente stralunata e trasognata di una donna dei barbari. Specie combattente che si dà forza non criticando i paradossi.

Chiamando gli oggetti della scoperta e i figli con speciali nomi. La mente dà consistenza al rapporto dello spazio con il tempo nelle periferie dell’universo prossimo. Diciamo che per evitare l’irrealtà deve esserci un limite di 300.000 chilometri/in un secondo. Per esserci non solo spazio e non solo tempo. Un secondo per quanto poco è secondo quella imperfetta simmetria subito lontanissimo. Il secondo che misuro al polso si estende dove la rappresentazione visiva lascia spazio all’immagine di un amore andato oltre l’orizzonte che non fa angoscia tanto si è appurato la terra è una sfera.

Ma più ancora se mi volgo appena a ricordare d’essere sempre anche un poco da solo. Quanto tempo impiega la traiettoria luminifera dello sguardo per volgersi a te? Nel tempo che chiuderò gli occhi sarà tutto compiuto acquietato addosso alla traccia della figura. Poi dirò a tutti che sei bella. Avrò l’esigenza di parlare d’una visione. Di un intervallo che è alla fine della Via Di Casa Nostra. Ammesso di poter pensare trecentomila chilometri al secondo. In quanto tempo la stessa luce traversa lo spazio che ci separa quando ti guardo?

Questa misura è comunque ancora poesia. In fisica si misura con tali frazioni di tempo la distanza tra nucleo ed elettroni ma anche il diametro dei nuclei. Un secondo per compiere trecentomila chilometri e allora quanto tempo per traversarmi il cuore con la freccia? Eros era l’unico dio armato. Possibile avessero intuito che era padrino del tempo di intervalli sofisticati? Certe misure di rapporti sono quanto abbiamo sottratto a dio nel momento che la luce battendo la retina realizza la certezza del cominciare. L’eccitazione della retina alla nascita fa la nostra congenita distanza dalla inestensione (irrealtà) del divino. Il genere umano non riesce mai a cadere nella definitiva perdita morale. Non è caduto nell’ultimo fatale destino di aver bisogno del perdono per sempre. Abbiamo dissacranti dubbi. E’ a causa dell’estensione.

L’attività mentale derivante dalla stimolazione massiva della retina alla nascita è una veranda sul mare. Così poi era naturale che andassimo a leccarci i baffi con la notte al nero di seppia. Ricordi?

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