natura fisica dell’anima


Contano solo poche cose. Sono monoliti che si svelano procedendo in città e oltre. È complessità verde/nero di densi agglomerati di fibre e foglie da piccolissime a grandi. A volte sono rocce dentro la terra fulmini solidificati esito di esplosioni magmatiche. Hanno forme primordiali capaci di spogliare la nostra mente della sua corticale modernità. Non l’animale emerge (che non c’è) sotto la forza evocativa di quelle masse inattese ma una funzione rimasta inalterata dalla mutazione ‘sapiens’: l’identità umana seminascosta nella sostanza fisica della biologia.

Tale emozione è un pensare che svela lampante la capacità di risuonare con cose insolite e differenti da noi per via che esse son dello stesso regno e hanno medesima natura. Una realtà composta da elementi non nulli. Complessità verde/nero di densi agglomerati di fibre e foglie da grandi a piccolissime a crepitanti scintille di energie fugaci.

Così le enormi masse liriche impressionano e influenzano attraverso i sensi la fisica che presiede al pensiero e attraverso quella le conseguenze psichiche della percezione ricadono sulla carne in brividi e nostalgie, progetti di lontananze e decisioni di permanenza.

Ed evocano continuamente condivisioni con amori attualmente mancanti all’appello del desiderio. Così le cose che contano ci cambiano agendo sull’immagine che chiamiamo anima: la folgorante interezza di passione mentale e sensazioni somatiche che non ha niente a che fare con pretese spirituali.

L’anima morirà con noi. Lo spirito invece, che ci precede a ci sopravvive, resta incomprensibile ed estraneo perché non è né natura né pensiero. È una parola che dice se stessa rivolta ad un mondo eterno immobile e vuoto in cui non ci sono le cose che contano e che ci fanno vivere.

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