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Il disumano dell’uomo dà angoscia perché non è regressione all’animale. Ma a qualcosa di diverso. Mai visto. Mai voluto cercare. Attraverso l’alterazione della pazzia si intravede la specifica forma del pensiero umano. Dopo la rabbia e l’odio ci sono la stupidità la demenza e in ultimo il divenire banale ragioneria. Non sono cose animali. Sono cose vicine alla realtà inanimata delle pietre e dei gas. La regressione all’animale pretende il giudice e la prigione. Ma il manicomio ospitava anche uomini come pietre e donne ridotte a vapore e adolescenti come pozze stagnanti e adulti come liane e radici.

Specifiche biologiche ci hanno evoluti capaci di portare le funzioni di particolari organi alla forma di pensiero che trasforma le cose in affetti, mentre un’altra forma di pensiero sa volere le azioni pratiche sulle cose per estrarne le idee che, nelle nuove stanze del pensiero umano, esse continuano a alimentare.

Noi si fanno sintesi senza coscienza di fatica e senza coscienza delle sintesi che oscurano la fatica medesima. Ci sono pensieri leggeri privi di consapevolezza del loro accadere. C’è un io della nascita a soggetto della levità fondante l’io adulto cosciente che si arrampica sulle volute della vigna mastodontica degli amori e della storia dell’uomo.

E rifletto vegliando su pochi pensieri di stamani e mi acquieto subito perché mi è familiare la siepe della biologia dove nasce il pensiero di tutte le forme. Quando il pensiero nasce fonda la sua inconoscibilità.

Ho scoperto che quando pretendo di osservare dove nasce il pensiero che pretende di osservare la propria genesi io non trovo che te. Io cercando chiedo e desidero la tua comprensione silenziosa.

L’origine del pensiero è in me quando mi addormento sull’intelligenza del tuo silenzioso sopportare la mia ricerca senza fine.

Ho concluso per adesso soltanto che un annullamento dell’amore possibile è il pensiero che trova, prima dell’uomo, non l’animale ma soltanto la biologia opaca ed ottusa. Questa forma naturale non animale cui possiamo spaventosamente regredire noi è la forma specificamente umana del disumano: la creatività inutile di una realtà inesistente. Il fare quello che prima dell’uomo non c’era: la pazzia.

Forse riuscirai ad amarmi subito ora, ad un primo sguardo. O sarei perduto.

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immediata incoscienza


Posted By on Giu 29, 2016

amore 2

amore 2

Se resto sulle mie posizioni? Si. Non che le abbia tutte confrontate con tutto il resto…. non si ha tempo di farlo da un certo momento in poi!

Chiedo: in età sufficiente… qualcuno può avvicinarsi senza pudore? Nessuna che voglia programmi invece, piuttosto, una di quelle che sanno tenere il proprio desiderio in un anonimato di sabbia e onde.

Ogni mattina una ragazza o un ragazzo guardarono la linea della costa. Uomo e donna con le schiene incise come bassorilievi. A me riguarda ‘lei’ che sembrava farsi mia.

Potresti essere l’eroina?” le chiedevo.

In risposta, il silenzio. Ma, si badi bene, queste son invenzioni di letteratura e ogni riferimento a cose o persone reali è talmente compromettente da parere inverosimile. E l’incredulità assolve la citazione. Tu sai chi sei….

Vagano le mie richieste nel vento. I tuoi capelli troppo corti, eppure scossi e animati dall’elettricità del giorno mediterraneo, rispondono in coro.

Fai di me una cosa tua…..”

E faccio finta di non capire, restando disteso, schiacciato dal sole: mentre tu, ugualmente sottomessa al calore torrido degli sguardi maschili, frani lentamente in un riposo acquatico. Per tua natura, allagata da onde di occhiate e parole, di fatto, progressivamente, cedi!

Oltre a me dev’esserci chi vede l’impudicizia estrema nella curva dei tuoi glutei seminudi accentuata dalla contrazione svergognata di un innominato fascio di fibre muscolari striate. Tu sei di tutti coloro che sanno.

Sono scene di oggi e del paleolitico. Di stamani e di un giorno di trentamila anni fa: quando il desiderio si alzò dichiarando la propria urgenza di fronte al coraggio sfrontato di donna di voltare le spalle per lasciarsi cullare.

Con carezze cieche su corpi privi di pentimento i progenitori colmarono quanto sembrava mancante con gesti di invito e seduzione dettati da una immediata incoscienza.

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Frontespizio del Dragmaticon. In alto: la Filosofia a colloquio con Platone; in basso: Goffredo V d'Angiò con Guglielmo di Conches. Biblioteca della Fondazione Martin Bodmer

Frontespizio del Dragmaticon. In alto: la Filosofia a colloquio con Platone; in basso: Goffredo V d’Angiò con Guglielmo di Conches. Biblioteca della Fondazione Martin Bodmer

Non dirò niente di quello che capisco via via in più. Non ti tormenterò con la pretesa che tu debba condividere tutto con me. Mi sono innamorato di te allora. Ora delle nostre differenze.

Ma da quella parte in cui gli elementi erano presenti in eguale quantità è stato formato il corpo umano ed è proprio ciò che dice la sacra scrittura: <dio fece l’uomo col fango della terra>. Ma siccome ciò che è più vicino al composto di parti uguali è, seppure in minor misura, abbastanza proporzionato, è verosimile che il corpo della donna sia stato formato con del fango che era lì vicino e perciò non è né perfettamente uguale all’uomo né del tutto diversa né così equilibrata come l’uomo: poiché la più calda è più fredda dell’uomo più freddo, e ciò si legge nella pagina divina che dice aver dio fatto la donna <dal fianco di Adamo>. Non si deve infatti credere alla lettera della Bibbia cioè che dio abbia tolto una costola al primo uomo.” Da ‘De Philosophia Mundi’ di Guglielmo di Conches (1080/1154 circa)

E la donna è rimasta sempre vicina per una separazione che la prossimità misura e che l’amore non annulla. Così con l’amore terreno tra donna e uomo onoriamo dio ringraziandolo per l’errore fatale di essere soggiaciuto alla casualità nella creazione dei due generi maschile e femminile. Grazie alla natura assegnataci da dio, che non riuscì ad evitare la natura come lui l’aveva creata, possiamo mantenere sempre l’appassionata tendenza a restare insieme perché mai saremo uguali. Ci cerchiamo e cerchiamo luoghi appartati e intimi dove stringerci: tanto l’uno non potrà mai più perdersi nell’altro. L’amore egoistico per la nostra casuale unicità ha fatto tutto questo possibile. Avere a cuore i nostri cuori singolari, amare i contorni delle cose, mettere in poesia resiliente la netta rivendicazione della differenza che ci fa essere in due.

Il tempo insieme è ciò di cui non si può parlare. L’umano sentimento è il discorso intimo e nomade lungo i confini di una irriducibilità. Il pensiero preverbale resterà sempre indicibile. Ed io ho bisogno di te perché penso che sia in te, che sei di natura tanto diversa da me, quel mio pensiero. E questo voglio dire quando dico che ti amo. Che tu sei il corpo evidente di pensieri miei che si sottraggono ad una narrazione. Ma restano. Non tradiscono mai la presenza con l’assenza.

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passione e rivoluzione


Posted By on Giu 12, 2015

Il deserto inghiotte cielo luce suoni orme sudore. Rimbalzano le zampe gommose dei cammelli e feriscono la superficie come coltelli i bastoni dei beduini trascicati per vezzo non avendo nessun’altra funzione. Là si fissò un’attenzione concentrica, una perplessa altalena di domande, l’uomo di legni secchi che caccia via gli spiriti è come uno zampillo nero e una trovata macabra ed è simultaneamente ‘centro’ di quel mondo. L’io adulto. La carta della “Fontana” nel mezzo di un mazzo di carte divinatorie.

È andata così: prima trent’anni di lavoro di gruppo. Poi gli ultimi cinque anni dei trenta durante i quali si è realizzata la ricerca su linguaggio e disegni. Infine le ultime ventotto settimane di trentaquattro di una gravidanza che si è occasionalmente svolta in nostra compagnia e che la ragazza porterà a termine a settembre alla ripresa del lavoro collettivo dopo le settimane della separazione estiva.

Bisogna comprendere che non sia, questo numerare, un conto di ragioneria: la matematica è immagine irrazionale. Quei numeri non sono schegge della scatola del tempo. Sono olivi e donne, guerrieri e grano, ombre e rose, vino e sere, nuvole e  mali, ferite guarite e lesioni fatali, morti o soltanto accidenti, terra nera e però narrata in romanzi vincitori di ambìti riconoscimenti, mani di un operaio e industrie di creazioni.

Nel contare trent’anni, nel toglierne cinque, nell’aggiungere alle divisioni dell’anno i cicli lunari di poco più di trenta settimane, la matematica unisce la vicenda di una gravidanza al destino di un’intera nazione.

Si offre nudo all’invidia il calcolo storico. In soccorso vengono le parole della coscienza che afferma:

“La rivoluzione annuale della terra, nella psicoterapia di gruppo, si è indissolubilimente legata alla passione mensile della luna”.

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ultimo l’amore


Posted By on Dic 3, 2014

IL SEME, IL LAVORO, LA PRESENZA. ULTIMO L'AMORE"

“IL SEME, IL LAVORO, LA PRESENZA. ULTIMO L’AMORE”

Spaventapasseri vestiti di rosso. Le frecce d’oro. Ho sufficienti ricordi per figurarmi un futuro. Non solo “seme braccia e presenza”(*). Anche l’amore, per ultimo. L’amore ultimo come il corvo che volteggia a distrarre il soldato e allora… ” …pam !!! ” un solo colpo. Un colpo impeccabile . Questo è stato. Poi a battaglia finita i moschetti diventano attaccapanni. Così costruii l’intelaiatura per stendere il colore al sole. Le frecce d’oro hanno colpito. Il rosso si è lasciato trapassare. L’ombra era già al suolo ed è restata immobile. “Cecità d’ombra non possiamo patirne”(**). Ora cogliamo le spighe da terra. Mietitura. Il grano è cresciuto dal cielo secondo la rivelazione della profezia. “Basta che una cosa sia in noi in noi ben viva ed essa si rappresenta da sé per virtù spontanea della sua stessa vita….”(**)

note: (*) in “L’uomo seme” – Violette Ailhaud – edizioni Playground.
(**) in “I giganti della montagna” – Luigi Pirandello.

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