primo maggio


primomaggio 2015


Posted By on Apr 30, 2015

primo maggio 2015

primo maggio 2015

Senti te un poco più appartenente con la musica corale. Specialmente con la musica corale. Il ruolo sociale dei cori porta il pensiero sulla funzione  politica della musica. La funzione politica della canzone sviluppata dalla struttura spaziale dei cori costruisce in mente la necessità delle piazze. L’area delle figure piane delle differenti piazze infinte si arresta alle pareti verticali di case che circondano i cantanti. Strette e larghe le strade sfociano tra i corpi dei palazzi cittadini. Le voci fanno il riflesso e pienano l’aria sopra il mare dei fiumi in arrivo. I treni dei cittadini sbuffano e vuotano il vapore dalle caldaie. I sorrisi e i contrattempi bollono. La politica fa il vapore d’acqua. È stato là la prima volta. I dolci legati con un fiocco al dito medio. Portiamo le meringhe bianche a casa. Per finire bene il pranzo. Non mangiarne troppe. È solo perché tu impari la densità del lieto fine. Delle cose che finiscono come si vuole. Senza strage di carboidrati. Un buon cittadino rivoluzionario non deve più finire alla ghigliottina dei diabetici che muoiono di fame in mezzo ad una abbondanza che è solo distribuzione ingiusta di ricchezze. Senti il peso dei dolci alla bilancia appesa al dito. I passi rimbalzano in strada e, sul piatto di cartone dorato, le meringhe ballano. Tutto il mondo è appeso al fiocco sottile dei piccoli spaghi di responsabilità all’azzardo di crema. I legami infantili mettevano in croce il mezzogiorno della festa politica del Primo di Maggio. La fierezza di meritare il sole e il lusso di pan di Spagna ha costruito la mia vita secondo la delicatezza di quelle confezioni di pasticceria. Le dita della mano sinistra -libera dal compito di soppesare peso e volume e distribuzione tra ritmo dei passi e equilibri di masse prelibate al cognac e limone- le lasciavo disposte con docilità fiduciosa nella mano di un uomo adulto ‘sconosciuto’. Sconosciuto ma percepito grande affidabile profumato di maturità rassicurante al dopobarba del parrucchiere su appuntamento tutto brillantina e racconti hard sulla vita segreta della provincia contadina. Ero vivissimo nel mondo, ero appartenente ero accettato da un implicito accesso ad un futuro con stive di spazio per me. Proprio per i dopobarba, e la fiducia di raccontare ai ragazzini il sesso delle ragazze sulle scale delle case popolari: accompagnavano il racconto secco e chiaro con una risata bieca d’amore di uomini grandi già a soli trent’anni. Sentivo me più appartenente che mai a quella compagine sociale di cui mi veniva implicitamente promesso che avrei poi decifrato le regole: che poi davvero ho capito erano: pensare la vita in una narrazione morale che vuol solo dire ‘comprensibile’. Avevamo una politica di confidenza con la legittimità di schierarsi che adesso sarebbe valutata eccessiva. E che comunque adesso è sostituita da una specie di assenza furba a causa della quale le persone si ammalano e diventano anche pazienti degli psichiatri che non trovano le forme cliniche note. Troviamo questa malattia causata dalla suddetta ‘perdita’ di una identità politica. Se non potessi confidare nella sapienza di certe tracce somatiche, di cui ora qui traccio l’incisione originaria, non mi prenderei il diritto di legarmi a loro nel contratto necessario alla prassi terapeutica. La prassi politica ha rotto la confezione pregiata delle promesse e le belle meringhe sono in terra. La città è piena di frettolosi cittadini che si disperano euforici sullo spreco di cose buone che non andranno più in tavola. Oggi ho detto ai miei pazienti che domani è dedicato al tragitto breve ma delicato di proporsi una civiltà delle relazioni. Portare attenti un pacchetto ben incartato e delicatamente tenuto in equilibrio fin sul piano di una piazza di fiumi sgorganti di cuori/locomotive e palazzi di profumata maturità e pioggia di papaveri. Oggi niente parole e interpretazioni: quanto non diremo insieme saranno i passi di chi, pur volendo tornare a occuparsi del bene comune a partire dal racconto di un sogno, conosce la potenza della libertà di stare anche l’uno senza gli altri per l’angolo bello di una tavola. Arredo di briciole. Una cura che restituisca la dignità dell’identità politica che non c’è più, almeno a guardare da qui, è di nuovo la confezione di preziose quantità di crema e meringa da portare in equilibrio mentre scavalchiamo una nuvola e un’onda. Mi auguro una festa adatta ad ognuno di loro.

Read More