rose e poltrone


rose e poltrone


Posted By on Apr 17, 2015

L’attività di pensiero realizza dapprima la coscienza del vuoto lasciato da quanto non c’è più. Lei e la pianta di rose nel giardino. La percezione arricchisce la coscienza sensoriale del vuoto con il dolore che è il sentimento conseguente alla mancanza degli oggetti amati. Sul margine della terra scavata, che interrompe lo sguardo sul prato, la fantasia genera l’dea di un fiore, e al centro della stanza la tua poltrona vuota mi parla di te. La registrazione del vuoto che diventa dolore è alla radice delle responsabilità amorose ed estetiche nei rapporti con le persone e le cose. Per alcuni il dolore arriva a proporsi coscientemente una ricerca o realizzare inconsapevolmente una conoscenza quando il vuoto, incolore e muto, genera la fantasia di una sparizione di quanto c’era stato. Quella Fantasia di Sparizione(*) si rivolge ai fenomeni mentali conseguenti all’assenza e genera, invece del nulla, (stando a questo spunto letterario) ‘amori e rose’. Non ho sperimentato tuttavia -e non ho sentito dire dalle persone che incontro- che essa, mentre evita la malattia dell’angoscia, tolga anche il sentimento del dolore. Ci si può consolare, forse, pensando che, in certe condizioni, la perdita del dolore sarebbe, quella davvero, una patologica insensibilità alla bellezza delle cose e alla nostra capacità di ricreare legami sociali. Ma non è detto. Forse dopo amori più sani sapremo fare meglio, avere meno dolore.

(*)Fantasia di Sparizione è un termine scientifico che designa una funzione specifica della attività mentale umana scoperta dallo psichiatra Massimo Fagioli. Fa parte della più ampia proposizione scientifica, ad opera dello Stesso Autore, della Teoria della Nascita. La conoscenza della Fantasia di Sparizione è fondamentale nella pratica clinica e per gli sviluppi della ricerca teorica nell’ambito della medicina psicologica. 

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