tatuaggi


nero celeste notturno


Posted By on Ott 17, 2014

"INGANNI DEL POTERE"

“INGANNI DEL POTERE”

Le tavole per il tetto. E una canzone. Latta ondulata, tavole. E una canzone diversa sui tamburi di pace poggiati a terra. Assenze di orologi ai polsi catenine di semi secchi e bracciali di cuoio nero. I bambini fanno i mattoni per gioco erigono capanne. Per le distanze tra le costruzioni hanno il senso speciale di una dote congenita. I villaggi vengono su eleganti. Bianche pulite spazzate sono tutte le aie di terra battuta al centro dei quartieri di case. In questi paradisi si manifesta lo scandalo delle mine seminate nelle aiuole. Sono queste savane i giardini minati nel mondo. È malattia del potere più che un mezzo per ottenerlo. Appena rispondono al coro dei consensi certi uomini diventano matti. Tu aspetti tra le case. Guardando i corpi e il sangue intorno alle buche esplose aspetti che la materia biologica entri definitivamente nella terra. Il tempo dopo le esplosioni è contare. Ai polsi sgraniamo le catene di semi neri secchi. Accarezziamo i bracciali di cuoio scuro. Qualcosa interrompe bruscamente la linea del pensiero che diventa un vetro acuminato. Se ne vede il luccichio negli occhi dei bambini feriti: viene su dalla profondità nera densa non vuota. Il nero osservare di quelle orbite abbacinate è il tono della presenza. Hanno occhi pazienti: lenti di telescopio. Neri come i bracciali di cuoio. Come i semi secchi dei bracciali. Più del nero celeste notturno. Tavole, latta ondulata, polvere, non orologi ma bracciali di cuoio, canzoni da radioline a transistor sintonizzate su una sola stazione. Fatalismo che seppellisce i morti e sigilla i loro occhi. Come si lotta contro il fatalismo di quegli occhi disposti a tutto? Se sono anche i più begli occhi mai visti? Che hanno visto cose inenarrabili ma ancora si aspettano da noi un’occasione, che noi siamo il destino. Ma poi loro non lottano contro il potere. Popoli che non sembrano avere una coscienza di classe hanno la rivolta della pazienza. Finché capire sarà esser cambiati. Toglierci di dosso i vecchi tatuaggi con una smorfia da attori consumati.

 

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