salti concettuali


la signora


Posted By on Nov 15, 2014

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“Le teorie non sono deducibili dall’esperimento. Per ragioni pratiche e filosofiche. C’è sempre un SALTO CONCETTUALE. Non si dimostra il principio di indeterminazione. Se no non si chiamerebbe ‘principio’. (Da una lezione per l’orientamento agli studi superiori svolta da Riccardo Barbieri a Pisa sul principio di indeterminazione di Heisenberg a studenti liceali su iniziativa della Scuola Normale Superiore).

La scienza ha linguaggi attendibili. Salgono dalle aree profonde dell’encefalo nelle quali risiede il coraggio. Fanno salti filosofici che causano erotismo in certuni e repulsione in altri. Me ne servirò adesso per raccontare le libere associazioni che emergono durante il mio lavoro. La signora ha sognato uno specchio d’acqua traslucida. Di specchiarsi distratta coi suoi tre amanti sul mare. Neppure: colazione sull’erba dico ora. Non seminuda. Dalle aree profonde in cui risiede l’insolenza all’abitudine lei pensava altro. Svolgeva un passeggiare lento aggirandosi nel triangolo variabile dei suoi tre elementi mobili disponibili sul piano. Lo specchio non restituiva figure. “Sai l’interno un poco concavo dell’onda…?”

Mi pregava di farmi da me un’idea del suo disegno. Certo: risposi senza parlare: uno specchio d’acqua che vi illuminava tutti e quattro. Che spargeva luce trasferendola dalla volta del cielo mattutino. Esistono dunque possibilità che il benessere ci derivi da una incomprensibile infrazione alle regole della fisica della materia. C’è un salto concettuale. La teoria non si desume dall’esperienza. Il sogno introduceva nella relazione di psicoterapia ragioni pratiche e filosofiche. La comprensione del sogno come lucentezza omogenea conferisce plausibilità alla prassi di relazione uomo/donna per il ripristino della ‘funzione’ della mente che diventa dunque lo specchio ampio della vita: che alla vita non restituisce figure ma pensieri a proposito della capacità di resistere ad eventi imprevisti. C’è una relazione di irragionevole superflua disparità anche nella ‘ratio’ del discorso cosciente. Una signora e tre uomini. Un terzo definito. Improvvisa la comprensione, una corsa di passione, come ‘si corre’ un pericolo con incoscienza. Le figure si avventano al sole che la quiete lucente del mare assorbe in bassorilievi. Il dolore di un tempo che fu causa di pianti e disperazione muggisce erigendo un onda minacciosa che poi, sotto al sole, si arresta lasciandoci il tempo di trovare certi esperimenti infantili ben riusciti. Non sempre dunque il primo anno e i seguenti furono luttuosi. Per concludere le ho fatto presente il ‘sospetto’, l’ipotesi interpretativa, che la sua nascita fosse stata ricreata più volte (almeno tre…. riflettendo al sogno) e le prospetto, nello stesso tempo, di verificare, attraverso letture, la validità possibile della teoria della nascita medesima.

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