salvezza


amore, libertà, salvezza


Posted By on Lug 16, 2016

La relazione è un utile strumento di lavoro più che un metodo di calcolo in grado di fornire un valore numerico esatto riguardo al dare/avere degli affetti. Si svolge quasi sempre nel sottoscala di un west side povero abitato da figurine che sostengono una vita al limite della miseria e sono allo stesso tempo temperanti e bendisposte con tavoli piccolissimi e sedie impagliate e lampade di fioco arancio che scavano una semisfera nel cubo ambrato dell’unica stanza abitabile. Qualsiasi amore è vissuto qualche tempo laggiù in condizioni di felice privazione e di emarginazione e astinenza adottate apposta per gustare il succo delle vicinanze e dei silenzi e delle povere parole che escono dal buio come falene e le carezze poi sono polvere delle loro ali agitate perché il corpo possa baciare il vetro caldo della lampada. Un amore sa dei pogrom delle deportazioni e dei vagoni su cui si fugge nascosti tra i tronchi in cerca della salvezza più che della libertà.

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fenomenologia-del-dilettante-kitsch

La critica fenomenologica del (dilettante) kitsch ha a(l) cuore un cinico (dis)sentire: che non è vera la sovrapposizione di arte ed emozione: più precisamente che non vale l’eguaglianza tra esperienza estetica e sentimento. Il folklore degli effetti speciali non dovrebbe riuscire ad ingannare una sensibilità esercitata. È il bisogno di un feedback di approvazione che spinge al conformismo estetico. L’esercitazione della sensibilità alla bellezza senza eco bloccherà l’eccitazione dei sensi stimolati dal ritorno consensuale. C’è dunque una sensibilità ‘afferente’ eccitabile alla mercé del mondo ondeggiante assetata di spruzzi nutrita dalla risacca lunare sugli scogli. E una sensibilità dif-ferente che suscita numerose azioni motorie come un pensiero contrattile: uno specchio intimo di noi sottoposti all’azione dei canti della bellezza altrui. Un prepararsi alle conseguenze dei nostri comportamenti di desiderio senza riflessione. La ricerca non si permette effetti speciali vuole invece registrare con esattezza il rigore e il calore e misurarne il contrasto. Di contrasto è composta la linea di demarcazione. In fondo è un artefatto percettivo che sfrutta fenomeni di amplificazione delle differenti misurazioni sulle due facce delle superfici. Questo drastico misurare chiamo ‘cinismo’ del rigore stilistico che limita la sensibilità eccitabile, quella diffusa e pasticciona, approssimativa e vanitosa. Secondo il metodo l’esattezza delle misure ci lascia con una idea di noi come un tratto di penna ai margini di un campo o alla fine di un foglio. Una firma isolata alla base di parole che non parlano di noi. E noi dunque, penso, siamo la mano che scrive, soggetti di gesti di insistente riproposizione di noi stessi. Chi ci salverà dal sentimentalismo kitsch di chi ama essere amato?

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