chi ci salverà dall’amore di chi ama essere amato

Posted By claudiobadii on Feb 17, 2015 | 5 comments


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La critica fenomenologica del (dilettante) kitsch ha a(l) cuore un cinico (dis)sentire: che non è vera la sovrapposizione di arte ed emozione: più precisamente che non vale l’eguaglianza tra esperienza estetica e sentimento. Il folklore degli effetti speciali non dovrebbe riuscire ad ingannare una sensibilità esercitata. È il bisogno di un feedback di approvazione che spinge al conformismo estetico. L’esercitazione della sensibilità alla bellezza senza eco bloccherà l’eccitazione dei sensi stimolati dal ritorno consensuale. C’è dunque una sensibilità ‘afferente’ eccitabile alla mercé del mondo ondeggiante assetata di spruzzi nutrita dalla risacca lunare sugli scogli. E una sensibilità dif-ferente che suscita numerose azioni motorie come un pensiero contrattile: uno specchio intimo di noi sottoposti all’azione dei canti della bellezza altrui. Un prepararsi alle conseguenze dei nostri comportamenti di desiderio senza riflessione. La ricerca non si permette effetti speciali vuole invece registrare con esattezza il rigore e il calore e misurarne il contrasto. Di contrasto è composta la linea di demarcazione. In fondo è un artefatto percettivo che sfrutta fenomeni di amplificazione delle differenti misurazioni sulle due facce delle superfici. Questo drastico misurare chiamo ‘cinismo’ del rigore stilistico che limita la sensibilità eccitabile, quella diffusa e pasticciona, approssimativa e vanitosa. Secondo il metodo l’esattezza delle misure ci lascia con una idea di noi come un tratto di penna ai margini di un campo o alla fine di un foglio. Una firma isolata alla base di parole che non parlano di noi. E noi dunque, penso, siamo la mano che scrive, soggetti di gesti di insistente riproposizione di noi stessi. Chi ci salverà dal sentimentalismo kitsch di chi ama essere amato?

5 Comments

  1. Se, prendiamo buona la definizione per Kitsch “tutto ciò la cui forma non derivi dalla funzione”. Allora è la funzione la conseguenza meccanica della forma? O al contrario? Architettura o funzione? Aristotele sosteneva che “la forma è l’essenza stessa della vita”. Le scoperte in ambito della genetica molecolare, soprattutto negli ultimi anni, ci hanno portato verso una visione sicuramente più ingegneristica. Ma ogni cellula ha un suo preciso codice molecolare, con in azione forse di compressione, idrostatiche, stiramento.
    Un contatto o un dolore vengono percepiti dal cervello solo dopo che le informazioni siano state trasmesse da almeno un interneurone.
    Qual è la proteina (forza) da agganciare ad un pensiero contrattile?

  2. Appena sveglia corro alla finestra,
    c’e un bellissimo sole, l’aria sembra a festa.
    Mi preparo un caffe’…e’ come un’abbraccio
    e penso che per iniziare un giorno ci vuol pure coraggio.
    Quel coraggio naturale, che nell’essere umano,
    spesso e’ in sincronia con la biologia.
    Del sogno fatto rimane un po’ pochino,
    chissa’ perche,…adesso che e’ mattino.
    Mi piace rimaner cosi un po’ accoccolata,
    e’ come “ritrovarsi”…dopo la nottata.
    Sul foglio le parole scorrono veloci, senza fare complimenti,
    ma dalla bocca haime’…ancor non son fluenti.
    Questo certo non e’ un problema,
    perche’ non e’ come districar un’anatema.
    Le “cose” verranno e dentro lo sappiamo,
    senza chiederci troppo…studiamo e viviamo..
    tanto non c’e un “punto di arrivo”…
    vivere bene e’ veramente quello a cui aspiro
    e magari si, strada facendo,
    diventare piu’ bella…a questo ci tengo.

  3. Mi risuona ormai da diversi giorni e ho anche provato a dire com’è.
    ‘’Sono sedotta’’ risponde qualcuno. Mi chiedo, ‘’Sedotta da me che nel mare vedo Mark Rothko o dalla voce di un passero che interpreta così’’?
    Mi sono messa sul palco con tanto di abito nero e fard sugli occhi. E le mani, le mani erano la prima cosa che provavo ad immaginarmi, nei gesti, nelle aperture e chiusure dei pugni. Quanto debbano restare serrati o aprirsi nei palmi accompagnando la canzone. La giusta compostezza dei gesti, la quasi totale immobilità del corpo, mi sono detta, potrebbero essere le sole cose assolutamente indispensabili a lasciar andare una voce così.
    E poi ho capito che nessuno nella storia potrebbe essere tanto presuntuosa da mettersi sul palco ad interpretare una ‘vita’ del genere. Quella di Edith.
    Ci vorrebbe un altro testo, che nessuno però ancora ha composto. Un’altra canzone ma non quella… perché quella è Edith. E magari – ai limiti – solo un’attrice di calibro del tutto eccezionale potrebbe davvero prendersi una ‘responsabilità’ tale. Nei gesti, nell’accennata mimica delle mani e di un filo di sopracciglia di una donna con una voce simile…
    Io ho pensato ad Edith.
    E mi sono lasciata lasciata travolgere, senza difese, a una tale tenerezza.

    https://www.youtube.com/watch?v=LfmguyDRBwU&index=8&list=RDNvPGdfKJHX8

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