il sudore del vino


"MACK SENNET GIRLS" copyright: Jessica Lange

“MACK SENNET GIRLS”
copyright: Dorothea Lange

Vorresti essere la misura del tempo. Così l’amore morirebbe ben presto. Devo averne molti al mio braccio di testimoni. Una interminabile serie di matrimoni giorno dopo giorno. Andremo all’altare in schiera. Ognuno con sposi e spose che gli si sono promessi. E ognuno di essi con tutti gli altri a loro volta nel coro del colore prescelto. La manifestazione delle promesse mantenute scomoderà tutti. Scenderanno in strada vincendo la paura. La dichiarazione oceanica di futuro, seppure complesso, si pone al posto delle acclamazioni ai dittatori unici. Non ti darò il mio tempo, la promessa di essere, tu sola, il mio orologio. Nella stanza della mia giornata le ore sono ben scandite ma il ticchettio dei meccanismi è sovrapposto intercalato e asincrono. Un brusio impreciso di meccaniche di precisione. Le candele nella sala ristorante erano più o meno uguali di forma e dimensioni però, però penso che la loro luminosità doveva essere appena differente da quella di ogni altra. Un coro di candele all’altare. Che sfrigolano. Un coro di orologi che illuminano i ristoranti. La mia vita scandita da infinite promesse. Occhi di spilli e pioggia. Il non cosciente si presenta così: un costato di poveri cristi e povere donne in croce. In croce al desiderio. Non per cattiveria, per dedizione. Come faremo a sfatare una cultura intera? A sovvertire la regolarità atroce della traduzione del mondo che del mondo si è imposta? La pulsione (annullamento) non annulla primariamente né specialmente le cose -anzi quello è un effetto marginale della sua azione. Un effetto illusorio se pensato unico e determinante. La pulsione distrugge la possibilità di pensarle, le cose: ed allora il pensiero, per quanto si presupponga -esso cioè presupponga sé- libero di esercitarsi… non vede quanto gli è stato tolto di potenza e di possibilità di creazione.

Il pensiero sottoposto alla pulsione perde la fantasia di immaginare la pulsione.

Bisogna cominciare dall’amore la lotta della sovversione e della trasformazione. Dunque io ti giuro, ed è anche una promessa se vuoi sposarmi nel coro rivoluzionario dei colori di amanti infinite, che non lascerò mai il tempo fissato alle lancette dei tuoi begli occhi. Ho intravisto deliziosi archi di cerchio nelle costole magre di una amante aspirante anoressica. Ho intravisto braccia distese, nella ginnastica per gli addominali e i laterali dell’addome, in pose quasi impossibili di ballerine classiche. Ho intravisto alle candele diseguali, nella luce diffusa cui esse partecipavano, idee. Idee in forma di donna. Donne  ben vive nelle pretese degli sguardi e non tremanti anche se erano evidentemente semiassiederate come bottiglie di vini delicati e sudavano la cantina in superficie. Avevano (esse hanno sempre) la pelle in ascolto da passarci il dito e disegnare nomi e chiocciole. Ho visto, sulle chiocciole disegnate sul vetro sudato delle bottiglie, la successione di Fibonacci. La formula della crescita esponenziale dell’amore nell’amplificarsi della sovversione.

Le punte di spillo dell’interpretazione sono stelle contro lo sfondo scuro della pulsione incombente. Ho un’amante anoressica di vetro verde sudato accanto ai fiori. Lei è idea di intelligenza. Il rifiuto del potere è il sudore della cantina sul cristallo che finanzierà la rivoluzione nuova.

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