ancora


buon anno ancora


Posted By on Dic 31, 2016

"aspirazione alla leggerezza"

“aspirazione alla leggerezza”

La lentezza dei nostri accordi è causa di estinzioni. La specie di cui facciamo parte è un albero volante i cui rami cavalco. Sono rami come capelli elettrici. Pensieri tutti tesi lungo le linee di forza della speranza d’amore. Ok amore vorrei dire la mia. La mia visione del mondo. Proclamare. Come camminare con passi decisi. Progredire poetando. Un ràpsode che calca le strade. Vie inesplorate. Come una volta ragazzino nelle pinete. A mezzo tra la campagna giallo arancio e il viola traslucido del mare. Intatti: mare sabbia prato grano ferite alle mani a causa delle canne taglienti indispensabili per arco e frecce…. capirai.

Ora gli accordi lenti. La diplomazia dell’invidia che trattiene il tempo tanto disgraziatamente e tanto a lungo per quanto è grande l’odio di chi detiene il potere. Si è insinuata tra la gente. Il politicamente corretto che tiene nascosta l’ignoranza. Il non sapere raccolto in semi di veleno economico che viene seminato nei bar e in altri luoghi di raccolta e infezione degli agenti responsabili delle infiammazioni meningee. I patogeni di forme fruste di febbre cerebrale, inapparenti, agitano iniziative politiche spettacolari e spettacoli per l’acquisizione del consenso. L’università durante gli aperitivi ha i propri riti di accademia: capelli impomatati alla moda e scarpe scomode lucide in totale disaccordo con l’umanità, spaiate dal sentimento del mondo.

La glassa del linguaggio si è sparsa sui capelli e dall’alto quegli stecchi prepotenti gridano e sputano. È uno stare insieme che inaridisce e gela perchè parole dissonanti tra loro distraggono gli occhi lontano dal cuore delle relazioni e l’improbabile si inerpica lungo mulattiere composte con frammenti di discorsi mistico gastronomici, su strade nere di carbone bruciato. Evoluti fino all’homo tardo postribolare: la mente una casa di piacere rigorosamente senza allegria.

Ooohh amica gemente -(che con insistenza curi la piantina dell’irritabilità disposta al centro della tua casa perché, dici, ” sarà meglio non smettere mai di sentire”)- voglio ricordarti che là fuori c’è la prova difficile della realtà composta di natura dei volti e cultura dei sentimenti. Ho studiato l’etimologia di cui siamo sintomi: letteralmente siamo punti mobili di intersezione tra fasci di linee di universi possibili in costante reciproca agitazione. Prendiamo decisioni restando noi indecidibili. Creiamo scenari che cambiano il panorama e pubblichiamo libri nuovi da riempire le biblioteche. Poi traversiamo i nuovi scenari e leggiamo i nuovi libri ed essi ci cambiano. La cosa non si ferma perché la natura fisica delle cose umane esclude il rigore delle cose spirituali.

In questo rivolgimento mi trovi coi miei modi intermittenti. Continuo a girare il corpo lungo l’asse delle ordinate come una trottola o un refolo ascendente essendo io una vera e propria aspirazione alla continenza. Ma sono vento e dunque non avvicinarti troppo, se sai misurare quanto è troppo: perché stanotte, nel cielo viola come l’antico mare di passione, nel trapassare simbolico di un periodo concluso, vincerò la distanza e l’attesa e ti sarò addosso con il corpo bianco dei vecchi e un augurio rosso come una bandiera di rivoluzione. Un dipinto di Chagall avrà le due figurine volanti e saremo noi su un futuro che io non vedo di buon occhio. Su una terra di neve e ricordo che il potere smembra e disordina. Il futuro comunque resta in tutto ciò che potrò augurare per me solo immaginando che sia ancora nostro. Buon anno. Chiunque tu sia, amore mio.

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ancóra


Posted By on Giu 9, 2015

Resterei là alle pendici di noi. Resterò allora come desidero. La luce e l’aria non son cose che si dimenticano e allora indimenticabile significa eterno indistruttibile buono desiderabile significa ‘tu’. Aria luce strada temperatura dell’aria. Cose indimenticabili che costruiscono un sentimento d’amore. Tu vieni assorbito sminuzzato inzuppato nel mare del tempo che inonda i pensieri e non penso più a perderti. Sono diventato migliore per quel che mi riguarda sono in grado di aspettare il niente che dovesse arrivare quel niente di te così grande quando semplicemente arrivi. Ogni giorno mi ricordo di mangiare. Ogni mattina mi viene in mente di sostenermi per te. Non si sa mai. E cammino: strada, aria, luce, temperatura dell’aria e dell’acqua del fiume che traversa i quartieri dividendosi in canali dentro la città. Ogni giorno riesco a pensare alla vita fisica. Penso ogni mattina di mettere giù qualcosa e sostenere il metabolismo e penso l’aria prendendo fiato che va in fondo agli alveoli per l’ossigenazione del sangue penso agli eritrociti milioni di milioni che corrono e ai liquidi attorno alle cellule penso mandando giù il latte e l’acqua ogni mattina per non morire di fame e di sete. Si tratta di te non solo di me. Non solo me riguarda ogni giorno. E meno male che filtrazione respirazione idratazione alimentazione ti riguardano che quelle cose sono te. Una musica di accompagnamento capisco che sia prendere coscienza al risveglio. Non conta molto la successione corretta delle parole sul foglio e non conta più molto la ‘consecutio temporum’. Aria luce strada temperatura dell’aria. Si tratta di te non solo di me. Non solo me riguarda ogni giorno. Cose indimenticabili che costruiscono un sentimento d’amore. Ogni giorno ricordarsi di mangiare. Potrei anche dimenticare di farlo. Ogni mattina aver in mente di sostenermi per te per il dubbio che non si sa mai arrivassi oggi col tuo grande niente inaspettato col tuo corpo mobile che è il tuo senso filosofico come i grandi occhi e i capelli sottili sono l’unica giustificazione ontologica. Il tuo nome la legge di autorizzazione giuridica: ricordarsi di mettere giù qualcosa. Di restare bello per il grande niente e l’enorme offerta di briciole di te. Poi viene il pensiero: dopo che memoria di noi strade aria luci sostentamento deglutizione percezione spinta muscolare delle gambe lungo il fiume dentro la città e premuroso ricordo di buttare giù qualcosa anche prima di sera hanno traversato il mio corpo mobile e privo di volontà cosciente cha da giorni non smette di volerti restando qua ma volendoti ad ogni azione che mi assicura la vita fisica… solo alla fine di tutto questo arriva il pensiero. Prima il significato somatico del grande niente se arrivi mi convince a valutare i vantaggi della sopravvivenza biologica. Dopo poi viene ogni volta il pensiero differente da tutte queste cose. Un pensiero che non so dire bene. Pensiero di voler solo ripetere che mi hai fatto capire la forza di tutto questo niente così grande che mi svuota se arrivi. La potenza di tutto questo niente deriva al pensiero per via che la realtà mentale ha natura fisica. Quell’enorme insignificanza che io sono è simile al riposo. Io mi sveglio butto giù l’acqua e il latte e all’idea della natura fisica delle cose sono gracile e affranto e questo mio nuovo modo di essere stanco è come ti dicessi subito con un filo di voce “ancora”

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